PRIMARIE CENTROSINISTRA, PRIMO INCONTRO PUBBLICO DI FRANCO SIMEONI NELLE VESTI DI CANDIDATO

Franco Simeoni

Nella prima uscita pubblica di Franco Simeoni, non più in veste di segretario regionale della Cisl, ma di candidato alle elezioni primarie del centrosinistra, elezioni previste per il 22 Gennaio 2012,  molti sono stati i punti affrontati dall’ex sindacalista durante l’incontro svoltosi nella sala convegni del Quattro Stagioni. 

“Rispettoso dell’altro in un momento in cui – ha sottolineato Licia Alonzi presidente assemblea provinciale PD  – c’è la necessità di fare sintesi fuori e dentro il Pd. Capace di aprirsi all’altro, di ascoltare, di accogliere anche il pensiero più distante dai suoi convincimenti, con la responsabilità che il momento storico e politico ci chiama ad assumerci”.

Il Passato: “Nel 1994 –ha esordito Simeoni- quando il centro destra conquistò il governo di questa città, ero il segretario generale della Cisl di Rieti. Era il momento, quello, in cui, Rieti iniziava a fare i conti con i problemi legati alla cessazione dei benefici della Cassa del mezzogiorno, che tanto erano serviti a far sviluppare quel nucleo industriale che portò Rieti a diventare un territorio beneficiato dalle industrie che vi si erano insediate. In quell’anno, si incominciava, ovviamente, a fare i conti con questa carenza e con il fatto, che non erano state realizzate quelle opere infrastrutturali precedentemente individuate per attenuare, in qualche modo, la cessazione della Cassa del mezzogiorno, con lo scopo di tutelare il tessuto produttivo ed occupazionale della nostra provincia. Veniva dunque messo in crisi, per certi versi, un modello di sviluppo che avrebbe dovuto lasciare lo spazio ad un progetto alternativo che permettesse alla nostra città di andare avanti senza contraccolpi. Cosa che purtroppo non è avvenuta. Stiamo ancora aspettando, dopo diciotto anni, l’individuazione di un modello diverso che riesca davvero ad utilizzare le straordinarie risorse di questo territorio. Risorse che da sempre sono state sottovalutate. Che da sempre risultano praticamente inutilizzate”.

Il presente: “Una situazione –ha spiegato Simeoni- quella venutasi a determinare, che non ha più lasciato Rieti. Una città piagata da un isolamento infrastrutturale che è sotto gli occhi di tutti, con una carenza di insediamenti produttivi di cui paghiamo le conseguenze ogni giorno di più. Ciò nonostante, credo che si debba sconfiggere questa rassegnazione al declino di questo territorio, come se fossimo di fronte a qualcosa di ineluttabile e di ingovernabile. Io credo, viceversa, che questo territorio abbia le risorse necessarie per programmare una inversione di tendenza. L’unico problema è nell’essere protagonisti, NOI, di Rieti, del nostro futuro e di non  confidare esclusivamente negli aiuti che possono arrivare da chissà dove, ma soprattutto, chissà per quale dimostrazione di solidarietà. La solidarietà, non ci verrà offerta da nessuno se non saremo in grado di conquistarcela, magari anche col sacrifico. Del resto, alcuni dati che ci riguardano sono la dimostrazione palese della mancanza di fantasia e della pigra risposta di questo territorio all’utilizzo di strumenti  che era già possibile attivare nel passato. Pensiamo all’ammontare delle risorse comunitarie ricadute su questo territorio e all’incapacità di realizzare opere infrastrutturali, non ultima, il raddoppio della Salaria, di cui si parla da tempo immemorabile e che risultano ancora chimere”. 

Il Futuro Se davvero vogliamo un futuro –ha continuato Simeoni- non dobbiamo affidarci ad un singolo, ma alla buona volontà di una classe dirigente che va rifondata. Che va costretta a lavorare collegialmente, per individuare, per elaborare un progetto diverso che ridia fiato a questo territorio, perché noi ne abbiamo le potenzialità. Spesso ci sentiamo dire che Rieti è il secondo bacino idrico Europeo. Che la provincia di Rieti è uno dei territori con la più vasta superficie di foreste e boschi d’Italia (forse secondo soltanto a quello di Belluno). Che abbiamo risorse ambientali, ricchezze inestimabili che meritano di essere valorizzate.  Ma se queste ricchezze, poi, non vengono utilizzate, arriva il momento in cui, il singolo imprenditore o il gruppo di potere di turno, decide di violare ulteriormente questo territorio, magari con la proposizione e la realizzazione di iniziative imprenditoriali che in realtà risolvono un problema momentaneo, ma espongono questo territorio ad un depauperamento progressivo”. 

Il riferimento alla vicenda sulle Biomasse: “Hanno un rendimento energetico di circa la metà di altre ipotesi di lavoro, seppur incentivate a livello legislativo, così da prestare il fianco ad imprenditori per speculazioni al solo scopo di generare profitto, tranne per la gente che ci abita. Senza contare –ha tenuto a precisare Simeoni- le ricadute negative che tali impianti generano nel corso degli anni. In termini di smaltimento e di impoverimento progressivo del territorio in cui vengono installati. Attenzione, non sono una persona contraria a prescindere all’innovazione, ma quest’ultima deve essere legata ad un progetto che non metta in discussione le ricchezze di un territorio”.   

La scelta di candidarsi:  “Ho accolto la richiesta di disponibilità avanzata da Cgil, Cisl e Uil di Rieti. –ha concluso Simeoni- Organizzazioni sindacali che unitariamente,  parola, quest’ultima, che non ha soltanto un valore simbolico, ma concreto di adesione ad un percorso comune da tracciare, percorrere fino al raggiungimento del traguardo prefissato, hanno considerato improponibile restare ancora una volta disattenti davanti al degrado, alla confusione, ai segnali contraddittori che arrivavano dalla società civile, dalla rappresentanza politica generale. Per questo non vorrei che sembrasse strano questo interesse dei sindacati alla dimensione reale e generale di un territorio. Al nostro territorio. Poiché ieri come oggi (è la storia a dirlo) il sindacalismo confederale italiano è l’unico soggetto in grado di coniugare gli interessi di chi rappresenta, con gli interessi generali del Paese. 

Per questo non trovo strano che, ad un certo punto, a Rieti, i sindacati si siano posto il problema di dare un segno di discontinuità con il passato. Di provare a cambiare il colore di questa maggioranza che governa il comune di Rieti da circa diciotto anni. Di provare a dare un contributo maggiore e determinante rispetto a quello offerto e messo in campo in passato alla coalizione di centrosinistra. Una disponibilità che si è palesata con l’offerta che Cgil Cisl e Uil hanno fatto al partito più grande e rappresentativo della coalizione di centrosinistra. Il partito democratico. Disponibili ad accettare un candidato che considerassero vincente. Disponibili a mettersi a disposizione per centrare l’obiettivo per la vittoria elettorale e successivamente, a me
ttere a disposizione una risorsa umana disponibile a sua volta, a mettersi in gioco per questa competizione elettorale.

Che sia però chiara una cosa, quanto è accaduto con la disponibilità unitaria dei sindacati è certamente un fattore straordinario, ma il sindacato non può espropriare la politica dalle sue funzioni. Il sindacato ha avanzato una proposta, questo si, ma io ho sempre detto che non avrei mai accettato una candidatura, se questa non fosse arrivata dalla politica. Così, alla fine è stato. Per questo dico, che io oggi non sono più il candidato del sindacato ma del partito democratico. Confido, anzi, ne sono sicuro, che sarà così. Confido altresì sul fatto, che infine arriveremo ad essere Noi, quelli che determineranno il candidato sindaco di Rieti che cercherà di strappare, con la coalizione di centrosinistra che lo sostiene, la maggioranza e il governo al centrodestra. Sperando di dare quell’impegno di unità e di rigore che necessità questa città per uscire da uno stato generale di confusione e pigrizia che sembra caratterizzarla da troppi anni”.