Caro Antonio, Ti scrivo nella tua duplice veste di assessore delegato ai rapporti con l’ASM e di dirigente del PdL, in merito alla vicenda della vendita del 2% delle azioni della azienda municipalizzata del Comune di Rieti. Quando decidemmo, in parte costretti dal cambiamento delle leggi di riferimento, nel lontano 1999 di procedere alla trasformazione in SPA della azienda comunale, scegliendo la strada della società mista pubblica privata, contemporaneamente scegliemmo di intraprendere la strada della partecipazione diretta dei lavoratori alla gestione dell’impresa, assicurando che una parte significativa di quelle azioni sarebbero state vendute agli stessi. In quella scelta, più volte ribadita negli anni, più volte con enfasi manifestata c’era un sistema valoriale e culturale che ha caratterizzato la nostra comune appartenenza fin dagli anni dell’impegno giovanile.
Il lungo iter che ha visto giungere alla vendita del 38% delle azioni ai privati nel 2004, iter intriso di polemiche, cause giudiziarie, passaggi più o meno chiari, non ha mai visto il suo completamento proprio perché il famoso 2%, che questa maggioranza politica aveva scelto di assegnare ai lavoratori ad un costo ovviamente politico, non ha visto giungere a compimento i necessari passaggi amministrativi, primo fra tutti la necessaria pubblicità e l’accordo sulle forme di questa vendita.
Oggi, davanti alla necessita imposta dalla legge di privatizzare almeno il 40% dell’azienda, pena l’esclusione dalle gare, si é riproposta la questione, ed ancora una volta si sono mischiati fraintendimenti, errori, passi in avanti ed immediati ripensamenti; alla fine, giustamente, si é deciso di restituire ai lavoratori la possibilità di acquistare queste azioni, venendo incontro alle giuste proteste dei sindacati che vedevano prevaricato quello che deve oramai essere considerato un diritto acquisito. Non credo però che sia serio da parte dell’amministrazione modificare il costo di quelle azioni, vendute non più ad un prezzo politico, ma proposte alla nuova quotazione stabilita dall’ advisor, mettendo sullo stesso piano lavoratori e imprenditori!
Ti prego pertanto di restituire all’intera questione una dimensione politica, nel senso più alto della parola, evitare di assumere fanciulleschi atteggiamenti di ripicca, che non possono appartenere ad un amministratore serio quale tu sei, convocando quanto prima i rappresentanti dei lavoratori per stabilire insieme le procedure necessarie a dare sostanza ad un atto, che prima che amministrativo é politico, evitando di lasciarti trascinare anche tu nel vortice dell’inaffidabilità che sta caratterizzando quest’ultimo periodo di sindacatura. In politica gli impegni presi si mantengono, altrimenti si perde qualsiasi credibilità.
La partecipazione diretta dei lavoratori alla gestione delle aziende é uno dei pilastri culturali e valoriali che abbiamo con forza rivendicato in questi anni, mancare a questo impegno dimostrerebbe che non siamo in grado di mantenere gli impegni che abbiamo assunto con i cittadini, e credo che questo vada evitato. E sono convinto che anche Tu non possa non essere in sintonia con me.