Il Tar del Lazio ha sospeso il calendario venatorio nelle parti non coerenti con la legge comunitaria e le linee guida dell’Ispra. Il tutto, ovviamente, è frutto della mancanza di rispetto delle regole e della concertazione con i portatori di interessi.
A rimetterci, adesso, saranno gli stessi cacciatori che vedono venir meno certezza di diritto e per questo subiranno scelte drastiche che diversamente potevano essere mitigate da un sano e concreto confronto con la Giunta.
C’è ora bisogno di un cambio di passo che, partendo dal rispetto delle normative e delle indicazioni della scienza, sposti l’attenzione e il lavoro del governo regionale e del legislatore sul tema della gestione e della valorizzazione.
Lungo questa direttrice sarà possibile ricostruire un rapporto fecondo tra agricoltori, cacciatori e ambientalisti, lontano da polemiche, conflitti e strumentalizzazioni innescate dal basso e sbagliato profilo adottato dalla Giunta.