Il voto contrario del Pd alla mozione presentata dalla consigliera provinciale Lidia Nobili e dal Popolo della libertà è un atto di incoerenza. Se da una parte assistiamo, infatti, a battaglie politiche del Pd per la presenza femminile negli organi di partito, nell’amministrazione provinciale, al momento di concretizzare un importante passo in avanti per la giusta rappresentanza di genere in giunta, gli esponenti del Partito democratico si tirano indietro.
La mozione discussa al consiglio, che poteva considerarsi "bipartisan", chiedeva semplicemente l’applicazione delle leggi, anche costituzionali, tuttora in vigore.
È quindi incomprensibile, se non per motivi strumentali, "equilibri" interni e logiche di scuderia dei consiglieri Pd, il voto contrario di ieri. Inoltre, hanno avuto più di quindici anni per mettere mano allo statuto e se mai lo faranno è solo il risultato della battaglia portata avanti dai consiglieri provinciali Pdl che hanno sollevato la questione.
A ciò si aggiunge l’atteggiamento di Fabio Melilli, che da presidente dell’Upi promuove le cosiddette Pari opportunità, mentre a palazzo Dosi non mette in pratica le buone intenzioni.