«Un luogo di rinascita e innovazione che darà spazio ad un ampio programma di attività dedicate in prevalenza al mondo giovanile e incentrate sulla formazione e sulla ricerca». È come l’architetto Stefano Boeri ha ri-pensato lo storico Complesso Don Minozzi di Amatrice – progettato da Arnaldo Foschini negli anni ‘20 per ospitare gli orfani di guerra – parzialmente distrutto e reso inagibile dal sisma del 2016.
Il progetto è stato presentato ieri ad Amatrice, in occasione del primo Forum delle Comunità Laudato si’, promosso dalla diocesi di Rieti e Slow Food, alla presenza del vescovo Domenico Pompili e di Carlo Petrini, presidente di Slow Food.
Il recupero del Complesso permetterà la nascita della Casa del Futuro – Centro Studi Laudato si’ ed è inserito nell’Accordo Programmatico tra diocesi di Rieti, Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, Commissario straordinario ricostruzione 2016, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Regione Lazio e Comune di Amatrice.
Il progetto si ispira all’omonima enciclica di Papa Francesco realizzandone il concetto cardine di ecologia integrale che promuove la realizzazione di luoghi di ospitalità, ricerca, formazione e promozione delle risorse del territorio legate alla sostenibilità e alla produzione agroalimentare. «È bellissimo che in un luogo colpito da una tragedia come il terremoto si generi nuova conoscenza – ha commentato Stefano Boeri – ispirata all’idea di un’ecologia integrata, che unisce sostenibilità, biodiversità, forestazione e che potrà dare lavoro a molti giovani».
Casa del Futuro si struttura in quattro macro aree funzionali che ospitano rispettivamente: un’area centrale assistenziale, in omaggio alla spiccata vocazione sociale dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, un’area amministrativa e un polo museale, un’area dedicata alla formazione dei giovani e un’area deputata alla ricerca e all’innovazione.
Il progetto di “Stefano Boeri Architetti” è un nuovo complesso ispirato al precedente impianto, di cui riprende l’asse generatore centrale che si allinea alla Torre Civica su Corso Umberto I, e l’assetto generale dei corpi di fabbrica dai quali si origina un sistema di corti e porticati. Dello storico impianto verranno recuperate alcune porzioni e la Chiesa di Santa Maria Assunta. Particolare attenzione sarà riposta nella progettazione che impiegherà avanzate tecnologie antisismiche in considerazione dell’area geografica ad alto rischio come delle prestazioni di tutti i materiali impiegati.
In questo modo la Casa del Futuro sarà nuovamente «luogo di grande generosità e innovazione, motore di una rinnovata vita sociale così come lo fu nel primo Dopoguerra, incubatore di ricerca tecnologica e laboratorio permanente di una nuova sensibilità ambientale che guiderà la rinascita di questo territorio. La struttura – ha concluso l’architetto – sarà un luogo di accoglienza e formazione aperto alle nuove generazioni, vere protagoniste della ricostruzione che torneranno a vivere e lavorare nella loro terra oggi gravemente compromessa dal terremoto».
FONTE: Frontierarieti.com