“L’Inps arriva con ritardo ad apprezzare appieno i benefici dell’informatica e per recuperare il tempo perso, cerca di imporre ai cittadini, “a tappe forzate”, procedure telematiche per l’inoltro delle domande che stanno producendo disagi notevoli ai cittadini e al patronato, anche perché si bloccano di continuo. Quando il sistema informatico non funziona – accusa l’Inca – l’Istituto si rifiuta di accettare la documentazione cartacea , con il risultato che l’invio è ritardato e l’esito incerto”.
Secondo il patronato della Cgil, “l’Inps non considera il fatto che il 50 per cento degli italiani non è in grado di utilizzare autonomamente il computer, così come dimostrano i risultati dell’indagine pubblicati oggi sui principali quotidiani.
“Nonostante le rassicurazioni del Presidente Inps, questo stato di cose allontana ancora di più i cittadini e alimenta in loro una sfiducia verso la pubblica amministrazione che viene vissuta come ostile e insofferente verso di loro, ottenendo il risultato opposto a quello che vorrebbe perseguire: confusione negli uffici, dispersione delle pratiche e ulteriori complicazioni dovuti alle continue interruzioni del sistema informatico.
“E per fortuna ci sono i soggetti intermedi – insiste l’Inca -, ma non ciò non basta, perché l’Istituto, invece di considerare il patronato un interlocutore prezioso, con questo modo di agire tenta di scaricare l’onere delle disfunzioni su di esso. Il patronato della Cgil denuncia la drammatica situazione in cui sono costretti a lavorare gli operatori dell’Inca che ogni giorno devono fare i conti con un sistema informatico non sufficientemente collaudato, mettendo i cittadini di fronte a disservizi inaccettabili. L’Inps finora ha preferito fare annunci pubblicitari piuttosto che discutere e confrontarsi con chi tutti i giorni, da oltre sessanta anni, lavora per i cittadini con esperienza e professionalità”.
“L’Inca svolge un lavoro rilevante in termini di quantità e qualità – sottolinea il patronato della Cgil -; è presente in tutta Italia con 912 uffici e 1723 operatori qualificati e costantemente aggiornati, assicura più di 1 milione e seicentomila ore di apertura al pubblico; nel corso del 2010 ha presentato oltre 1 milione e duecentomila domande andate a buon fine (dati del Ministero del lavoro)”.
“Con una tale mole di lavoro è impensabile fare a meno della telematica per tornare alla documentazione cartacea, all’incertezza delle date di invio, alla confusione delle pratiche sulle scrivanie. Nessuno lo vuole tanto meno l’Inca”.
Secondo il patronato della Cgil, “occorre, invece, che la definizione delle procedure informatiche sia un’operazione condivisa tra Inps e patronati la cui esperienza è una risorsa irrinunciabile per un’amministrazione che vuole essere più vicina ai cittadini e più efficiente”.
“L’Inps deve ascoltare le proposte avanzate dai patronati – conclude l’Inca – e può farlo contando sulla professionalità, la competenza e l’impegno di molti suoi funzionari. L’Inca vuole essere considerata un vero partner e non un suddito passivo”.