Fermo: nella città d’origine e nel carattere. Luca Rossi è uno dei punti di forza della Sebastiani, anche se probabilmente con effetti diversi da quelli immaginati in estate: "Non sono soddisfattissimo del mio rendimento in campionato», confessa la trentenne guardia marchigiana, «perché ho sempre avuto tanti punti nelle mani, ma qua ho fatto vedere poco delle mie capacità offensive. E ho avuto anche un inizio un po’ sottotono, mentre ero abituato a partenze importanti, non in sordina. Non mi preoccupo, la forma piena arriverà e poi esiste un importante rovescio della medaglia. In passato, quando le cose in attacco non giravano per il verso giusto, finivo per uscire dalla gara. Adesso sono contento delle mie reazioni, faccio bene altre cose e ho conquistato la fiducia del coach Avenia, che regolarmente mi mette in marcatura sull’elemento più pericoloso dell’altra squadra. Come a Campobasso, dove posso dire di aver cancellato dal campo Cornejo. E anche se il tabellino soffre, alla voce canestri fatti, io mi impegno a dare più equilibrio in attacco, a far girare meglio la palla e tutto quello che serve per la squadra".
"La partita di domenica scorsa ha rappresentato un valido esempio di quali sono stati i nostri progressi», continua Rossi: «ad esempio della forte identità difensiva che abbiamo raggiunto. Loro facevano delle penetrazioni, della continua ricerca del rimbalzo d’attacco dei motivi di forza che noi, stringendoci e compattandoci, abbiamo limitato. Adesso dobbiamo trovare fluidità offensiva e con molta calma limitarci a riproporre in partita quello che ci riesce benissimo in allenamento. Sentiamo ancora un po’ quella maledizione, chiamiamola scherzando così, del tiro da 3 che non entra, ma è solo una momentanea questione di testa. Siamo tutti consapevoli di essere una squadra con molte punte, tutte da 15-20 punti nelle mani di media. E allora dobbiamo solo lavorare, migliorare le intese. Il tempo lavora a nostro favore, perché se Agrigento è una squadra consolidata dall’anno scorso e Reggio Calabria ha potuto lavorare più di noi è altrettanto vero che Rieti è quella che ha i più ampi margini di miglioramento. A volte non abbiamo giocato una bella pallacanestro, ma anche in questo campionato conta vincere, non tanto come. Citando l’allenatore della mia amata Juventus, Antonio Conte, “Il lavoro è la migliore medicina per tutto”. E noi stiamo lavorando molto e bene".