Direttamente dal caveau della banca arrivano nella chiesa di San Francesco gli ori che adornano il saio della statua di Sant’Antonio, e come da antichissima tradizione, le signore Anna Maria e Maria Pia, coadiuvate da tre ragazze di supporto, si sono messe subito al lavoro per la “vestizione” della statua.
«Per appuntare l’oro usiamo spille ma rinforziamo anche con fili da cucito, per estrema sicurezza. La procedura è sempre la stessa da tantissimi anni: prima mettiamo l’abito alla statua, poi il colletto, a seguire le collanine più antiche intorno al collo, poi man mano quelle più lunghe che vanno a decorare il busto incluse quelle formate da anelli, ai lati ci sono invece i cuori ex voto e i coralli, e ovviamente è immancabile la famosa borsetta d’oro, posizionata sempre nello stesso punto».
All’inizio a svolgere la delicata operazione era la suocera di Anna Maria, insieme alle suore di San Fabiano: «ma erano gli anni ’40, l’oro era poco e si svolgeva tutto in poco tempo. Oggi la quantità è davvero tanta e non riusciamo neppure a metterlo tutto, il resto è custodito in bacheche».
Dopo il matrimonio, in un passaggio di testimone generazionale Anna Maria succede alla suocera: «ora sono 44 anni che lo faccio, ad ogni Giugno Antoniano: ormai so a memoria l’esatta disposizione dei gioielli».
FONTE: FRONTIERA