Scende il sipario su FUTURAcqua, la tre giorni di appuntamenti, a carattere nazionale, promossi dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Il viaggio che toccherà 25 città italiane, ripartirà poi a settembre da Varese.
In campo la scuola, con il protagonismo e la partecipazione degli studenti.
“Con Futura – commenta al termine dell’evento il reatino Lorenzo Micheli, Program Manager di Futura Italia, Miur – Abbiamo deciso di cambiare le regole del gioco. L’hackathon, il Model, la situazione internazionale del G7 o anche il laboratorio sulle discipline scientifiche, le Stem, sono modi per cambiare queste regole cercando di ribaltare il sistema verticale e lavorare sulla orizzontalità della scuola. A Rieti abbiamo dimostrato che lavorando in questo modo si può tirar fuori il meglio dalle ragazze, dai ragazzi e dalla scuola italiana”.
Negli stessi giorni in cui in Canada si svolge il G7, ad esempio, a Rieti un centinaio di studenti provenienti da tutta Italia hanno preso parte alla simulazione di attività negoziali, YounG7.
I delegati, indossando i panni di ambasciatori e diplomatici, hanno discusso, esclusivamente in lingua inglese, il topic in agenda, sostenendo la posizione del paese rappresentato per arrivare alla stesura di una risoluzione che è stata poi votata dai partecipanti durante la seduta che ha sancito la chiusura dei lavori.
“Al centro il problema delle dighe e il contenimento dell’acqua a livello mondiale – raccontano i protagonisti – Abbiamo preparato un documento finale al quale siamo giunti dopo aver discusso sul futuro delle risorse idriche, cercando soluzioni differenti in base alle varie zone del mondo. I riflettori sono stati puntati sull’istruzione, per permettere a tutti di essere sensibilizzati, fin da piccoli, ad un uso consapevole dell’acqua, evitando gli sprechi”.
“Il risultato è stato egregio – commenta Riccardo Messina presidente di United Network – il ringraziamento va agli insegnanti e ai dirigenti scolastici che hanno saputo selezionare le loro punte di diamante, oggi presenti a Rieti in un clima assolutamente nuovo, una situazione che gli studenti hanno saputo interpretare nel modo migliore possibile. Quando gli studenti sono al centro di grandi esercizi, la scuola dimostra tutto il buono che c’è, grazie anche al ruolo degli insegnanti, che non si esaurisce nella formazione. I docenti hanno supportato gli studenti a 360 gradi, incoraggiandoli e rappresentando il mezzo in grado di trasformare lo smarrimento in crescita”.