Il carcere di Rieti è nuovo ma ne funziona solo il 25 per cento. Ed è già “oberato da problemi di sovraffollamento negli unici reparti operativi”. Parola del Lisiapp il Libero Sindacato Appartenenti Polizia penitenziaria “il carcere di Rieti non può non essere indicato come il vero fiore all’occhiello del Dap ma semmai una totale incapacità organizzativa delle stessa amministrazione penitenziaria”.
Purtroppo assistiamo continua la nota del Lisiapp , ad una struttura nuova a cui manca il personale per renderla più funzionante. Per il sindacato di polizia “è sconcertante apprendere che non c’è una pianta organica del personale decretata, che non esiste un decreto di apertura, che si ignora il livello di sicurezza attribuito alla struttura”. Che per la cronaca è costruita con i canoni di una custodia attenuata per detenuti a basso indice di pericolosità.
Sovraffollamento a parte, il carcere di Rieti aperto da meno di due anni, è stato inaugurato il 28 ottobre 2009, sotto altri punti di vista sarebbe quasi una struttura modello. Infatti ci sono al suo interno diverse attività programmate per il recupero sociale dei detenuti: palestra, teatro sociale, biblioteca, campo sportivo, cineforum, corsi per muratore ed imbianchino. Ed altre sono in via di attivazione. Quale è il vero problema allora: le unità di polizia penitenziaria effettive sono totalmente insufficienti, se si considera che sono ben 35 i posti di servizio direttamente connessi ai servizi di sorveglianza da coprire ogni giorno. Insomma non bastano carceri nuove occorre anche il personale per tenerle aperte nella loro massima potenzialità conclude la nota del Lisiapp.