CISL RIETI: I CITTADINI DEL LAZIO I CONTRIBUENTI PIU' TARTASSATI D'ITALIA

Ospedale San Camillo De Lellis Rieti

“I cittadini del Lazio, a causa delle addizionali comunali e regionali sono i contribuenti più tartassati d’Italia. Se a questo aggiungiamo i ticket di 10 euro sulle visite specialistiche e diagnostiche e 25 sui codici bianchi al pronto soccorso, ecco che ammalarsi nella nostra regione rischia di diventare un lusso per ricchi”.

A denunciarlo, il segretario generale della Cisl di Rieti Bruno Pescetelli all’indomani dall’introduzione, anche a Rieti, dei nuovi ticket sanitari.  

“Sulla situazione in cui versa la sanità del Lazio e sulle drammatiche conseguenze che stanno segnando duramente il nostro territorio –spiega Pescetelli- la Cisl provinciale si è espressa  durante l’ultimo Consiglio Generale. L’introduzione dei ticket non fa che accrescere la preoccupazione per le fasce più deboli della società, per le famiglie monoreddito, per i giovani, per i lavoratori disoccupati, inoccupati per i cassaintegrati. Basta sfogliare l’elenco dei rincari, per capire che siamo di fronte ad un sopruso di proporzioni gigantesche che non fa che allontanare il paese reale dalla politica e dai privilegi che la stessa spudoratamente esprime”. 

“Per questo come Cisl –continua il segretario provinciale- chiediamo di abbattere i costi della politica, delle amministrazioni e delle società e nel contempo di ridurre le prestazioni inutili mettendo sotto controllo tutte le prescrizioni mediche. Occorre ridurre le indennità di carica e di funzione dei consiglieri regionali e a cascata, quelle degli amministratori locali. Tagliare le spese per il mantenimento dei gruppi consiliari come l’indennità e il benefit per i capogruppo con un solo consigliere. Abolire il rimborso spese relativo ai costi di percorrenza per raggiungere il posto di lavoro. Dimezzare le spese per le consulenze rispetto al 2010. Sopprimere gli Enti inutili e accorpare società regionali. Tutto ciò garantirebbe un risparmio notevole (almeno 5 milioni nel 2011 e dai 12 ai 15 milioni per gli anni successivi) ed eviterebbe il ricorso a nuovi balzelli per i cittadini. Evitare che ciò avvenga è possibile –conclude Pescetelli- poiché il governo non impone alcun ticket.

Le disposizioni davano e continuano a dare alle regioni la possibilità di non applicarli, cercando forme compensative meno cruente. La Polverini, viceversa, sceglie la strada più semplice e iniqua. Intanto la spesa della Regione sulla specialistica ambulatoriale continua ad aumentare toccando quota 771 milioni di euro mentre il numero delle prestazioni eseguite è di circa 85 milioni. Decisamente troppe. Se si riducono del 3% le risonanze magnetiche si rientra di 2milioni di euro. Del 3% le fisioterapie di 1,6 milioni di euro. Di un altro 3% la diagnostica di 2,8 milioni e del 5% le analisi ben 13.5 milioni di euro. Bisogna ammettere che noi consumiamo molto più della Lombardia. Per questo come Cisl diciamo che si deve procedere al controllo delle prescrizioni. Tornando infine ai ticket e in particolare, al ticket di 25 euro sui codici bianchi al pronto soccorso, giustamente osteggiato dall’utenza, se non è possibile toglierlo, allora è bene che i medici di famiglia inizino a tenere aperti gli studi anche il sabato e la domenica".