FIALS-CONFSAL: DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE, SPOT PUBBLICITARI E PROBLEMI IRRISOLTI

Centro salute mentale a Rieti

La Segreteria  FIALS-CONFSAL di Rieti ha appreso dalla stampa locale che i vertici dell’ Azienda USL Rieti giudicano, da un primo monitoraggio a distanza di un mese dall’inizio della sperimentazione del nuovo modello di organizzazione del Centro di Salute Mentale, positivi ed incoraggianti i risultati raggiunti.

Quanto sopra a margine di una riunione tra il Direttore Generale dell’Azienda USL Rieti, il Presidente della consulta regionale della salute mentale e il Presidente  delle associazioni dei familiari.

Affermazioni queste che appaiono fuori luogo e al di sopra della realtà, permanendo a tutt’oggi le criticità e le preoccupazioni che questa Sigla aveva già espresso con vari comunicati e ribadito più volte, in ultimo in data 21 giugno 2011 nel corso della riunione tra la Direzione Aziendale e le OO.SS.
Nel corso della riunione suddetta sono state portate all’ attenzione le negatività originate dal nuovo modello organizzativo (aumento dei ricoveri presso il Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura, collocazione in strutture psichiatriche esterne di pazienti con notevole incremento della spesa, dimissioni e ricoveri in pochi giorni dello stesso paziente, incostante presenza di figure professionale nei turni di servizio, disfunzioni e incomprensioni nella gestione delle emergenze) al punto tale che la stessa amministrazione ha proposto la prosecuzione dell’attività di monitoraggio fino al prossimo mese di settembre per una valutazione finale con le stesse OO.SS.

In merito a ciò la FIALS / CONFSAL respinge categoricamente definire positivo il passaggio da un servizio attivo nell’ arco delle ventiquattro ore ad un altro  con un orario solo diurno, delegando l’emergenza psichiatrica all’ARES 118  e alle forze dell’ordine;

Ribadisce che questo presunto “nuovo modello organizzativo” del CSM necessita di un’opportuna definizione di un protocollo funzionale per le urgenze / emergenze;

Chiede l’attivazione di una seria organizzazione del programma periodico delle visite domiciliari ai pazienti con la partecipazione di tutte le qualifiche professionale costituite in equipe (medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali);

Ravvisa la necessità  di un pieno coinvolgimento delle famiglie dei disagiati psichici nei vari processi.

E’ il caso che l’Azienda USL abbandoni spot pubblicitari, fuorvianti rispetto alle reali e serie difficoltà che incontrano i pazienti e i loro familiari che hanno come interesse la qualità del servizio e l’erogazione di prestazioni adeguate e decisamente meno di proclami propagandistici, e si concentri ad affrontare la questione nel merito fornendo risposte concrete, svincolate da preclusioni o preconcetti, dirette a migliorare il servizio.