“L’iniziativa del gruppo dell’UDC al Consiglio Comunale di Rieti nasce dalla realtà dei numeri, che parlano chiaro: la famiglia stà progressivamente restringendosi e assumendo su di se il ruolo di ammortizzatore sociale.
Di fronte ad un Welfare insufficiente e alle tendenze demografiche in atto, restare fermi significherebbe votare la società al suicidio. Di famiglia si è parlato per troppo tempo in termini ideologizzanti e mistificatori: è ora di interventi concreti.
La fiscalità locale e il sistema delle tariffe dei servizi comunali, oggi, e ancora di più in futuro, con la riforma del federalismo municipale, incidono in misura determinante sulla vita dei cittadini. Parlare di quoziente familiare senza farlo in ambito locale è frutto di una visione miope e parziale.
Il gruppo consiliare dell’UDC auspica di trovare la massima convergenza di tutte le forze politiche così come ha trovato disponibilità all’inserimento all’ordine giorno di questa tema da parte del Sindaco Giuseppe Emili per arrivare al prossimo Consiglio Comunale ad un voto unanime così come accaduto al Consiglio Comunale di Roma.
Le polemiche pretestuose alla ricerca di visibilità, condite di disinformazione, riteniamo, in questo momento di grave crisi economica e sociale, vadano lasciate da parte. In merito al provvedimento presentato si ritiene utile puntualizzare che si fa riferimento agli articoli 29, 30 e 31 della Carta Costituzionale e pertanto il Quoziente Rieti così come strutturato sarà sperimentato non solo sulle famiglie di coppie sposate, ma anche su quelle di coppie non sposate, ma che fanno parte dello stesso nucleo come da Stato anagrafico di famiglia.
Infine proprio perchè si tratta di una vera riforma fiscale di sostegno sociale saranno coinvolti anche i nuclei composti, ad esempio, da madre e figlio, da fratello e sorella, o da nonna e nipote, purchè appartenenti, anagraficamente, allo stesso nucleo familiare: il peso che viene dato ai vari componenti portatori di reddito o a carico non ha alcuna implicazione di genere, lasciandolo invariato rispetto all’ISEE per i primi due componenti, operando correzioni solo all’aumentare del numero dei membri del nucleo familiare, per età, per condizioni di invalidità, per tipo di attività svolta (dipendente o lavoratore autonomo o pensionato).
In riferimento al Comune di Rieti è quanto mai attuale la necessità di utilizzare questo strumento in sostituzione dell’ISEE: gli interventi dei Servizi Sociali sulle famiglie con figli a carico disabili vengono fatti utilizzando l’indicatore di reddito senza alcuna correzione, quanto mai indispensabile, proprio per la presenza di condizioni di disabilità all’interno del nucleo familiare.
Il gruppo consiliare dell’ UDC ritiene che in questo momento di grave crisi economica e sociale, che sta attraversando il nostro Paese e la nostra città, si debba intervenire non con aiuti e finanziamenti a pioggia e corrispondentemente con tagli lineari senza alcun criterio, ma con scelte di estrema responsabilità che facciano realmente riferimento alle persone e alle famiglie intervenendo sulle effettive condizioni di disagio.
La proposta di istituire il Quoziente familiare Rieti va esattamente in questa direzione alla ricerca di uno strumento personalizzato non generalista.”