Da oltre un mese, l’azienda agricola “GIOVANNINI” di Vacone, di proprietà di un agricoltore del 1950, era nel mirino di ignoti incendiari. Incendi e tentati incendi di trattori, balle di fieno, fienili, depositi di mangimi per animali, si succedevano con ricorrenza periodica (10 episodi iniziati nel mese di Maggio).
Le indagini dei Carabinieri si erano indirizzate su tutte le piste investigative possibili, dal racket, alla vendetta di operai dipendenti, alle ritorsioni dei proprietari di terreni confinanti. Ma ogni pista seguita non portava a nulla.
Gli accurati sopralluoghi eseguiti indicavano un profilo criminale dell’autore degli incendi che denotava inesperienza ed approssimazione. Non era certo un professionista (non venivano infatti utilizzate sostanze acceleranti, ma solo un fiammifero), e non era neanche un piromane (l’autore infatti appiccava il fuoco in zone che non ne permettevano la immediata estensione).
Nella serata di ieri l’autore dei delitti è stato finalmente smascherato. I Carabinieri della Compagnia di Poggio Mirteto unitamente a quelli del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Rieti, avevano già dai giorni scorsi predisposto un servizio di appostamento a largo raggio, utilizzando anche telecamere abilmente occultate tra la vegetazione che riprendevano l’intero perimetro dell’azienda agricola.
E’ stata così colta sul fatto la figlia del proprietario, convivente con lo stesso all’interno dell’azienda, nel momento in cui stava appiccato il fuoco a dei cartoni stipati all’interno di un deposito. E’ finista così in manette con l’accusa di incendio continuato e aggravato G. Angela del 1976 di Vacone.
Sorpresa in flagrante, la donna ha ammesso le sue colpe, giustificandole con una serie di raptus di follia di cui era vittima. Le indagini proseguono per addivenire alle vere motivazioni degli incendi ai danni dell’azienda del padre. La donna è stata tradotta alla casa circondariale di Roma Rebibbia.