IL DG ASL VA PER LA SUA STRADA, ANGELONI UGL: BREVE ANALISI DI UN FENOMENO DIFFUSO

Asl Rieti

Sono una legge sbagliata che gli attribuisce poteri esagerati, le clientele politiche che li nominano e  un contratto di lavoro troppo garantista che, oltre alle altre innumerevoli incongruenze del nostro sistema sanitario, hanno reso dei veri e propri satrapi i direttori generali delle ASL.

Inoltre, come se non bastasse, a peggiorare il quadro gestionale di tante, troppe, Aziende Sanitarie intervengono gli elementi caratteriali dei singoli direttori, i loro interessi personali, la interferenza nel loro operato di mentori politici, una frangia sempre più numerosa della classe medica preoccupata solo di carriera e guadagno, tutti elementi che dirottano verso obbiettivi aleatori l’attenzione e il lavoro di chi dovrebbe, prima di ogni altra cosa, ascoltare le reali esigenze dei cittadini  e dei lavoratori e pianificare servizi e salute.

Soprattutto per questo, dunque, la aziendalizzazione della sanità, concepita inizialmente  per ottimizzazione risorse e servizi, da un lato, e di promuovere la salute, dall’altro, produce sempre più frequentemente deficit e inefficienza, svende il servizio pubblico ai privati, alimenta il favoritismo e l’incompetenza, umilia le vere professionalità e la dignità dei malati.

Ma a realizzare lo stesso monotono clichè  ci sono anche la eccessiva presunzione del satrapo di turno, assurto all’incarico non per straordinari meriti o competenze ma semplicemente perchè vecchia conoscenza di qualcuno tra i potenti locali che si arrogano per questo il diritto di influenzare scelte di collaboratori e capi servizio, alimentando la catena senza fine di un  clientelismo, solo incidentalmente associato a competenza e professionalità.

E, allora, quasi per esorcizzare l’imbarazzo della sudditanza, il satrapo reagisce disegnando strategie autoritarie, finalizzate ad obbiettivi che spesso nascondono mire diverse dal servizio ai cittadini sempre più abbandonati a se stessi.

Le polemiche di questi ultimi giorni dimostrano che l’ASL di Rieti forse non si distacca molto da questo pietoso quadro, ennesima testimonianza di una storia che si ripete ormai da tre lustri durante i quali  aspettative di migliore assistenza, di corretto utilizzo di denaro pubblico e, non ultimo, di valorizzazione del merito si sono infrante di fronte alle ingerenze delle eminenze grigie della politica e di vertici di ordini professionali snaturati del loro ruolo.