Uno su mille ce la fa

Parlare di occupazione giovanile a Rieti significa raccontare un mondo di incertezze e di sogni infranti, di precariato, non solo economico, ma di vita e di coscienza. Non si può non pensare al nostro territorio come ad un luculliano banchetto sponsorizzato dalla Cassa del Mezzogiorno. Un banchetto piano piano defraudato fino diventare un frugale anonimo pasto consumato avidamente da quei pochi che un lavoro ancora ce l’ hanno. Aziende che hanno chiuso, o che sono sull’ orlo del baratro, esercizi commerciali in difficoltà, agricoltura fortemente penalizzata, una fotografia comune a gran parte dell’Italia purtroppo, specchio di una situazione generale che da noi sembra però acutizzarsi come una ferita che non vuole saperne di cicatrizzare.
“La ripresa è a portata di mano”. A dirlo è stato qualche giorno fa lo stesso presidente del consiglio Enrico Letta. Bisogna capire a portata di quale mano però, visti i ripetuti proclami susseguitisi in questi anni, mai veritieri. Incapacità politica bipartisan? Inevitabilmente. Incapacità che si riflette sul nostro territorio e lo investe come uno tsunami. Ed in mezzo al ciclone i giovani reatini. Che fare per avere un lavoro ? A chi santo votarsi? Andar via sembra la soluzione più facile, quella più a portata di mano, tanto per rimanere in tema. In molti l’ hanno fatto, qualcuno tornerà pure , visto che la situazione nel nostro paese non è di certo rosea. Lasciare la città non è però la soluzione, non lo è e non deve esserlo. Allora che fare? Lo abbiamo chiesto ai principali esponenti del mondo sindacale reatino, che a modo loro hanno cercato di dare una risposta a questa difficile domanda.
“I ragazzi devono tornare a battersi per ripristinare le condizioni lavorative che c’ erano prima della crisi – è il parere Luigi D’ Antonio Cgil Fiom – una strada difficile da percorrere ma fattibile”.
Scendere in piazza per far valere i propri diritti dunque, come ai tempi dei romanzi di Vasco Pratolini.
“Non perdere mai la speranza e ad avere il coraggio di osare – chiosa Marco Palmerini dell’ Ugl – in questo momento di sofferenza diventa essenziale far valere le proprie idee è dura ma si può fare”.
Molto più critico Alberto Paolucci Uil: “Qui la politica deve tornare a fare la politica , l’ emergenza è totale, non solo giovanile, bisogna puntare sulle politiche di sviluppo. Nel nostro territorio acqua ed energia possono arricchirci creando occupazione, perché dobbiamo cederle ad altri ? “.
Clinica anche l’analisi di Giuseppe Ricci Fim Cisl: “A Rieti il lavoro dipendente non manda nessun segnale di ripresa , quindi bisogna tirar fuori le idee, in questo il nostro territorio può offrire opportunità, a patto che si metta in campo un progetto serio e fattibile”.
Quindi vince chi si rimbocca le maniche? Speriamo.
Anzi a sperarlo sono in molti, perché in questa nostra terra come dice Morandi “Uno su mille ce la fa”.