Tombini come giardini zen

Piove in città e le strade si allagano. E’ una (pericolosa) tradizione che si rinnova ad ogni precipitazione ma la sensazione è che praticamente tutti sottovalutino il fenomeno.
Eppure le cronache nazionali riferiscono periodicamente di disastri dovuti ad allagamenti provocati da forti piogge. A Rieti il rischio sembra essere sottovalutato. Basterebbe che qualche amministratore girasse la città durante un temporale per capire che parecchie cose non vanno.
Non va, soprattutto, la manutenzione di tombini e rete fognaria che da anni sembrano essere stati abbandonati a loro stessi.
Secondo Wikipedia, la cosiddetta caditoia ”è un elemento del sistema di drenaggio urbano che serve ad intercettare le acque meteoriche (o di lavaggio delle strade) che scorrono in superficie e a convogliarle nella rete fognaria. In genere sono poste negli impluvi di strade, piazzali o parcheggi e servono a evitare che l’acqua si accumuli in misura eccessiva sulla superficie esposta all’evento meteorico. La portata intercettata dalla caditoia è quindi funzione della pendenza longitudinale e trasversale della cunetta (quando presente a bordo strada) e dalle dimensioni e dalla tipologia di realizzazione della stessa”.
Fin qui Wikipedia, mentre “Rietipedia” prevede che quel ‘sistema di drenaggio urbano’ che dovrebbe intercettare le acque resti per anni abbandonato a se stesso tanto che, in parecchi casi, i tombini si sono trasformati in ‘giardini zen’ che di tutto hanno l’aspetto tranne che di elementi che possano intercettare flussi d’acqua. Le conseguenze, poi, sono sotto gli occhi di tutti i cittadini ad ogni temporale.
Sarebbe forse il caso che la nuova amministrazione ripristini un sistema di manutenzione periodica delle strutture dedicate allo smaltimento delle acque piovane. Il che costituirebbe sicuramente una tangibile ‘svolta’ rispetto al passato.
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