Sisma, per il Centro Italia il Governo mette in moto una sanatoria sprint

Per mettere in moto la ricostruzione privata del Centro Italia – case e immobili di impresa – la commissaria di Governo Paola De Micheli ha messo a punto una “cura da cavallo” con possibilità di regolarizzare vari tipi di difformità: edilizie, ambientali e sismiche. Prevista anche una corsia veloce per completare le pratiche di condono edilizio avviate in passato ma mai concluse. Di più: si potranno regolarizzare ampliamenti volumetrici fino al 20% (nel solco del piano casa).

Le proposte normative messe nero su bianco dalla commissaria includono anche una serie di proroghe (fiscali, busta paga pesante, domande per la riparazione dei danni lievi). Tutto è stato condiviso con i presidenti di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo e illustrato ai rappresentanti in Parlamento dei territori terremotati appartenenti a Lega, Pd, M5S, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Nei prossimi giorni il pacchetto sarà presentato a imprese e sindacati.

Obiettivo: sottoporlo al più presto al Governo, il prossimo o l’attuale, per essere inserito in un veicolo normativo, preferibilmente un decreto legge.

La “cura da cavallo” nasce dalla consapevolezza che le velocizzazioni e le semplificazioni fatte finora non hanno funzionato. E la voce dei sindaci, che è aumentata di intensità negli ultimi mesi, si è scaricata sulla commissaria De Micheli. Il cuore delle proposte normative (spiegate nel dettaglio sul quotidiano digitale Edilizia e Territorio”) consiste nella possibilità di superare le difformità di tipo edilizio-urbanistico-ambientale-sismico che hanno finora bloccato le domande di contributo agli sportelli degli uffici speciali per la ricostruzione; o che, nella maggior parte dei casi, non sono neanche arrivate allo sportello perché il professionista si è rifiutato di asseverarle.

«In alcuni Comuni queste difformità, non sanate o non sanabili, arrivano al 90% dell’edificato da ricostruire», esordisce Paola De Micheli. Si va dal tramezzo spostato alla finestra allargata, dalla nuova stanza aggiunta fino al terrazzo o alla veranda. Tutte cose che, in barba ai piani casa e ai condoni edilizi, non sono state né denunciate, né sono mai entrate nel campo visivo delle amministrazioni comunali. Non si tratta di ecomostri ma di tanti “peccati” edilizi, più o meno veniali, che però salgono di rango se la casa è in un’area a vincolo paesaggistico o se il micro-progetto di modifica strutturale non è mai stato sottoposto al genio civile. Poi ci sono i veri abusi edilizi, le cui istruttorie, nel cratere (come nel resto d’Italia), non vengono portate avanti per paura di “scoprire” che non sono sanabili.

«Abbiamo previsto – spiega De Micheli – una procedura super accelerata da seguire da parte dei Comuni per la chiusura dei percorsi di condono passati». Prevista anche la cancellazione della cosiddetta “doppia conformità”, nel caso degli interventi realizzati nel passato: «mantenerla rappresenterebbe un rallentamento della ricostruzione». Nel nome della ricostruzione veloce si consente anche di regolarizzare ampliamenti volumetrici, fino al 20%, limitatamente ai 138 comuni del cratere. «Ovviamente – precisa De Micheli – il contributo della ricostruzione non viene pagato sulla volumetria aggiuntiva regolarizzata, sempre che si decida di volerla rifare».

FONTE: Il Sole 24 ore