Sisma, Paolucci Uil: il Comune di Rieti parla il burocratese

Alberto Paolucci della Uil di Rieti risponde al sindaco Simone Petrangeli “Caro Simone, Rieti, nonostante i danni nel Centro Storico e lo sciame sismico che sta interessando la cosiddetta Faglia-Conca Rieti – come scrivono i ricercatori dell’Università di Camerino – non è stato inserito nel Decreto per il Terremoto.
Mi offendi, mi aggredisci verbalmente e scrivi che il segretario provinciale della Uil non sa leggere solo perchè ha il coraggio di contestare la tua inezia che, nei giorni del post-sisma, non fa altro che bissare i 5 anni di vuoto assoluto in cui hai gettato questa città durante il tuo mandato amministrativo. Il mio peccato, ai tuoi occhi, è averti detto che sei solo un silenzioso obbediente all’ombra della politica romana, perchè temi di non essere ricandidato. Sei debole, pauroso e inconcludente.
Fatti un giro nelle strade di Rieti, ascolta gli umori della gente. I sondaggi “veri” ti danno perdente su tutte le ruote ma non è colpa della Uil, anzi, ti dirò, l’arrendevolezza con cui stai affrontando l’emergenza-sisma nel Centro Storico di Rieti e nelle Frazioni ha ulteriormente provocato una spaccatura tra il Palazzo e le famiglie reatine. Sei stato talmente “vuoto” ed evasivo nelle risposte che hai dato circa le misure da prendere su Rieti, che il Comitato Genitori degli Studenti reatini si vede costretto a recarsi oggi dal Prefetto per essere ascoltato senza condizionamento alcuno. Ribadisco che la politica reatina esce sconfitta da questa sfida sul dopo-terremoto.
Gli amici delle Marche, esclusi come Rieti, di destra e di sinistra, hanno chiesto insieme di correggere alcuni passaggi del Decreto. Tu, invece, cosa fai? Resti chiuso tra gli scheletri della burocrazia e del politichese, e mistifichi anche il documento congiunto che Cgil-Cisl-Uil ti hanno proposto e che tu hai firmato 12 giorni fa. E siccome sei Tu che non sa leggere, faccio il copia-incolla di quel documento, così lo potranno rileggere tutti e vedremo chi mente. Una cosa però mi preme sottolineare: lo sai qual’è la differenza tra te e il sottoscritto? Tu sei un politico di professione al servizio dei cittadini e quindi anche mio, aggrappato alla poltrona, mentre io un sindacalista che non si deve candidare in politica ma che deve solo difendere i lavoratori, i disoccupati, i pensionati e le famiglie.