SCUOLA: MOBILITAZIONE DEL PERSONALE

Scuola

Martedì 13 novembre tutte le scuole reatine si fermeranno nelle prime due ore di lezione raccogliendosi contemporaneamente in assemblee (sit-in) indette in collaborazione con le RSU per discutere ed approvare documenti comuni di netto rifiuto delle politiche scolastiche che il Governo,con atti unilaterali, si accinge ad adottare.

L’iniziativa ha lo scopo di porre all’attenzione delle forze politiche tutte il forte disagio e malcontento della categoria proprio mentre inizia la discussione in Parlamento della cosiddetta “legge di stabilità”. La protesta culminerà con lo sciopero generale del 24 novembre e la manifestazione a Piazza S. Giovanni a Roma.   

Gli obiettivi della mobilitazione sono pertanto:
• immediato avvio della trattativa sul recupero delle progressioni economiche e di carriera del personale,
• emendamenti al disegno di legge di stabilità, e in particolare cancellazione delle norme sui regimi orari del personale docente e di quelle che penalizzano il personale a.t.a.
• impedire ulteriori tagli a 30.000 posti di lavoro per i precari.

Per questo fra gli interlocutori delle nostre iniziative, oltre alla naturale controparte costituita dal Ministro e dal Governo, ci sono anche le forze politiche, in particolare quelle che compongono l’attuale maggioranza governativa, alle quali è stato chiesto, e verrà ribadito, di emendare nel senso da noi richiesto il disegno di legge.

Il tentativo di innalzare,a costo zero, i carichi di lavoro del personale rappresenta un vero e proprio colpo di mano che se,attuato, sancirebbe un principio irreversibile di delegittimazione dei contratti di lavoro consentendo di colpire tutti operando di volta in volta, sulle varie categorie di lavoratori della scuola e del pubblico impiego in generale.

La mobilitazione prevede una serie molto articolata di iniziative finalizzate a sensibilizzare, oltre ai diretti interlocutori politici, anche la pubblica opinione sulla quale in modo evidente si stanno oggi riversando messaggi che accreditano un’immagine distorta e falsa del lavoro nella scuola i cui carichi sono ben al di sopra della media.

Ancora una volta risulta di tutta evidenza che l’istruzione pubblica non è considerata settore su cui investire, ma terreno per ulteriori rastrellamenti di risorse, dopo quelle ingenti sottratte negli anni scorsi e ancora nelle recenti manovre economiche. Intanto segnaliamo che si stanno bloccando  nelle scuole  le attività non obbligatorie che costituiscono quell’ampio spazio di lavoro sommerso (non retribuito)  di vitale importanza per un normale andamento dell’attività scolastica (stop a progetti,gite scolastiche,attività di orientamento,attività aggiuntive,adozioni libri di testo, attività pomeridiane extrascolastiche….).