Sanità reatina, hanno promesso e mentito sulla pelle dei malati

Le associazioni di volontariato non remano contro i cambiamenti, sono solo contrarie alle involuzioni, ai diktat e alle “insostenibili” riforme poste dall’alto, senza concertazione, senza la cooperazione di chi, tali modifiche, dovrà subire, senza un analisi delle conseguenze a breve, medio e lungo termine. Il dirigente è quella figura professionale pagata per decidere, il grande dirigente è quella persona pagata per decidere, ma che prima ascolta il parere degli interlocutori e di tutti i portatori di interesse e, solamente in ultimo, decide. Affermiamo qui con certezza che non esiste buona sanità pensando solo alle logiche di budget.
E’ trascorso ben oltre 1 anno dall’ottobre 2014, dalla grande mobilitazione popolare per difendere il diritto a vedersi mantenuti e migliorati i Servizi sanitari reatini, a grave rischio di essere depotenziati o cancellati dalle norme regionali per la riduzione del debito sanitario. Ricordiamo bene le promesse rassicuranti del Presidente della Regione Lazio Zingaretti che dichiarava come la Sanità reatina e l’ospedale sarebbero stati preservati e “potenziati”, ed i rappresentanti politici locali di ogni colore prendersi il “merito” di questa “vittoria”.
Con molti dubbi, non ci rimase altro da fare che aspettare che le promesse divenissero fatti. Ma, da allora, a parte la tenuta della postazione dell’ospedale di Amatrice, a seguito della minaccia di secessione per passare ad altra regione da parte del Consiglio Comunale, abbiamo solo assistito ad una sequela di provvedimenti e di esiti che hanno peggiorato i Servizi e che rischiano di determinare il crollo definitivo della Sanità reatina:
a) Trasferimento a Roma di gran parte della lettura degli esami del laboratorio analisi;
b) Trasferimento a Viterbo della Centrale del 118;
c) Mancato avvio della Stroke Unit (reparto per l’Ictus);
d) Rischio concreto di chiusura del Punto Nascite dell’ospedale di Rieti, ormai al di sotto dei fatidici 500 parti l’anno, ritenuti sotto lo standard minimo per tenere aperto un tale Servizio, considerando anche per il declassamento della Pediatria;
e) Allungamento delle liste di attesa per quasi tutte le specialistiche e blocco illegale delle liste di attesa, come per la Risonanza Magnetica;
f) Incremento della passività economica ospedaliera con un divario secco del 30% in meno (oltre 30 milioni di euro-dati ASL)da “restituire” alla Regione nei prossimi, immediati anni, e che decreteranno il definitivo fallimento economico della ASL reatina;
g) Fallimentosostanziale della Casa della Salute di Magliano;
h) Avvio della sperimentazione “dell’Ospedale per intensità di cura”, un modello organizzativo clinico assistenziale ad alta complessità e ad alto rischio di fallimento e caos, ne è la riprova l’area chirurgica specie in un contesto di carenza di risorse professionali e formative, e con il concreto pericolo di sottovalutare le esigenze specifiche di particolari malati – come quelli oncologici- i cui posti letto presso il rep. Malattie Infettive sono già in procinto di essere smantellati per essere trasformati in ”intensità di cura”. Come pure i malati Nefrologici e altri con particolari esigenze;
i) La riorganizzazione proposta non è accompagnata da motivazioni e spiegazioni sul perché e come dovrebbe migliorare l’assistenza e l’economia della Sanità reatina, in particolare dell’Ospedale. Non si capisce inoltre chi gestirà l’organizzazione;
j) Affidamento ai privati del 90% della riabilitazione infantile (ca. 3.600.000 euro l’anno, con i quali, ad esempio, si potrebbero assumere circa 150 terapisti della riabilitazione !);
k) Realizzato il più basso tasso di investimenti sulla prevenzione con un misero 2,3% a fronte di una media nazionale del 5%(dati ASL);
l) Aumentata la degenza media oltre gli 8 gg., mentre dovrebbe essere inferiore agli 8 gg.(dati ASL);
m) Elevata ospedalizzazione, che raggiunge i 180 ricoveri ogni 1.000 abitanti, contro la media nazionale di 160/1000 ab.(dati ASL), fattore che testimonia un contesto di assoluta carenza di infermieri e specialisti domiciliari;
n) Aumento del tasso dei ricoveri da parte del Pronto Soccorso (26% contro una media regionale del 18%-dati ASL);
o) Ridotto “peso medio dei DRG ospedalieri” (valutazione della complessità delle patologie ricoverate, pari allo 0,86 rispetto al dato nazionale > di 1)(dati ASL);
p) Diminuzione delle prestazioni ambulatoriali (1.675.131 nel 2013 e 1.628.773 nel 2014), ma allungamento dei tempi di attesa;
q) “Minaccia”, concreta, di affidamento ai privati dell’Hospice S. Francesco;
r) L’incapacità/non volontà nel definire e certificare, in modo credibile, l’“appropriatezza” dei Servizi Sanitari, circa l’efficacia clinico assistenziale, l’efficienza in relazione alle risorse utilizzate, e la qualità in relazione all’umanizzazione del rapporto con i malati ed i cittadini, ed il confort.
Tanti altri sono i problemi nient’affatto risolti nella Sanità reatina, e riteniamo, pertanto, che sia urgente fermare l’ormai rapido smantellamento dei Servizi Sanitari locali e dell’ospedale De Lellis,con tutti mezzi di cui siamo capaci, chiamando la popolazione a farsi parte attiva di una lotta che riguarda i bisogni ed il diritto fondamentale degli esseri umani, il diritto alla salute, senza mai più farsi ingannare da quanti, politici ed amministratori, sono usi “promettere” per meglio controllare e sfiancare le giuste rivendicazioni della popolazione.
Per questo chiediamo:
1. Il blocco della determina sulla sperimentazione dell’”ospedale per intensità di cura”
2. L’Annullamento della riduzione dei 30 milioni di euro dal Budget ospedaliero.
3. Un nuovo percorso decisionale che comprenda anche la cooperazione ed il punto di vista delle associazioni dei cittadini sulle scelte aziendali.
Il Comitato Diritto alla Salute Rieti