SABATO PRESENTAZIONE DEL VOLUME SU LODOVICO SPADA POTENZIANI

Principe Lodovico Spada PotenzianiVerrà presentato alle ore 17 di sabato prossimo 14 novembre, nella Sala dei Cordari in via Arco dei Ciechi 22, il volume di Andrea Di Nicola “Lodovico Spada Potenziani.

Biografia di un realizzatore” (p. 388, ill. col. e b.n.), edito dalla Fondazione Marchese Capelletti di Santa Martia del Ponte e arricchito da un interessante e quasi del tutto inedito apparato fotografico . Ad illustrare i contenuti del libro, lo spirito con il quale è stato affrontato l’argomento, le linee ispiratici e gli intenti critici dell’aurtore saranno il professor Giuseppe Parlato, ordinario di Storia contemporanea presso l’Università S. Pio V di Roma, il giornalista del quotidiano “Il Tempo” Giacarlo Calzolari, e il professor Gianfranco Formichetti, assessore alla Cultura del Comune di Rieti, città dove ha avuto i natali il principe biografato.

Lodovico Potenziani, al quale nel 2002 Di Nicola aveva dedicato già un volume presto esaurito, fu uno dei personaggi più in vista in Italia nel corso degli anni Venti e Trenta del secolo scorso quando ricoprì le cariche di Governatore di Roma (1927-1929) e di presidente dell’Istituto internazionale di Agricoltura cioè l’attuale Fao (1933-1935) e quando fu, con altri otto reatini e sabini, Senatore del Regno (1929-1945). Il principe, amico personale di Vittorio Emanuele III, fu, per scelta di Mussolini e forse anche del re, “ponte” fra l’Italia fascista e il mondo anglosassone, in particolare gli Stati Uniti d’America dove egli si recò più volte sia nella veste di Governatore della Capitale, sia in quella di Commissario italiano per l’Esposizione Universale di Chicago (1932-1934). Alla luce dei documenti raccolti da Di Nicola, Potenziani – che fu ricevuto sia dal re Giorgio V d’Inghilterra sia dai presidenti americani Coolidge e Roosevelt – si colloca fra i principali protagonisti, con Grandi, Suvich, Volpi, De Martino, Contarini, Arnaldo Mussolini, di una feconda stagione politica che avrebbe potuto tenere l’Italia ben lontana dalle suggestioni tedesche e dal disastro della guerra.