RITEL: DAL PRIMO APRILE CHIUDE LA MENSA

Ritel, azienda di Rieti

“La Ritel inizia a perdere pezzi con ripercussioni gravi su servizi di primaria importanza per lo stabilimento reatino quali la mensa che chiuderà i battenti a partire dal prossimo 1 aprile.

La speranza, vista la gravità della situazione venutasi a creare, è che si possa parlare anche di questo nell’incontro in programma il prossimo 8 aprile a Roma (ore 14,30) presso il Ministero dello sviluppo economico”.

Ad annunciarlo, il segretario della Fisascat Cisl Sara Imperatori e il segretario della Fim Cisl Giuseppe Ricci. 

“Per i dipendenti del servizio –spiega Sara Imperatori- sono state aperte le procedure di mobilità (a 3 e 5 anni) e cassa integrazione a partire dal prossimo 1 aprile.  La decisione è stata determinata da Ritel. Dall’Azienda hanno sottolineato che dal prossimo mese l’attività di mensa dovrà essere interrotta per la chiusura dell’impianto, poiché reputata troppo costosa sotto il profilo strutturale e di organico.  Così, la società appaltatrice del servizio, in accordo con i lavoratori, ha deciso, proprio ieri l’altro, di aprire le procedure di mobilità, senza peraltro possibili ripensamenti o mediazioni con le O.O.S.S”.

“Nell’incontro del prossimo 8 aprile –precisa il segretario della Fim Cisl Giuseppe Ricci- ci sarà spazio anche per rivendicare i diritti dei lavoratori del servizio mensa licenziati. Poiché non esistono lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Tutti i lavoratori sono uguali con uguali diritti. Come Fim, abbiamo più volte evidenziato la necessità di definire un accordo complessivo, in grado di  mantenere tutte le unità produttive all’interno del perimetro Ritel. Cosa che continueremo a rivendicare al tavolo tecnico con il Ministero anche la prossima settimana. Nel contempo –conclude Ricci- l’auspicio è che all’incontro, l’ennesimo su Ritel, possano finalmente prendere parte gli imprenditori individuati per rilevare il sito industriale reatino, provvisti di un piano industriale credibile, al cui interno si ritrovino quelle richieste più volte avanzate dalle organizzazioni sindacali”.