Ricordato a Morro Reatino il giovane Carabiniere Raoul Angelini ucciso nel 1944

A Morro Reatino ha avuto luogo Commemorazione per ricordare il giovanissimo Carabiniere ternano Raoul Angelini, ucciso dai fascisti il 1 giugno 1944 in località Porcarecce.
Alla manifestazione, organizzata dalla Amministrazione comunale di Morro reatino e dalla 5^ Comunità Montana, hanno presenziato: Il Dr. Paolo Giovanni Grieco Vice Prefetto Vicario Reggente di Rieti; Dr. Daniele Mitolo Consigliere Regionale Lazio – Col. Gregorio De Marco Vice Comandante Legione Carabinieri Lazio; Col Giovanni Roccia Comandante Gruppo Provinciale Carabinieri Rieti; Ten. Col. Stefano Cerioni Comandante Nucleo Polizia Tributaria di Rieti; Cap. Roberto Renzetti Comandante Distaccamento Aeronautico Terminillo; Ten. Alessandro Sebis Comandante Nucleo Operativo Radiomobile Rieti; Maresciallo capo Michele Olibano Comandante Stazione carabinieri Labro;Giuseppe Dante, ispettore superiore scelto, comandante Corpo Forestale Rivodutri.
Per le Associazioni d’Arma e Partigiane, con i loro Labari: il dr. Vincenzo Calò, coordinatore Area Su dell’A.N.P.I.; il sig. Ottavio Battisti, segretario provinciale A.N.P.C.; il presidente dell’Associazione provinciale Carabinieri in congedo.
A fianco del Sindaco di Morro, Gabriele Cintia Lattanzi (organizzatore della Manifestazione) e deu suoi collaboratori, c’erano: Ing. Giuseppe Mascio Presidente del consiglio comunale di Terni;- (in rappresentanza del territorio) i Sindaci: di Labro Gastone Nencini (Presidente Comunità Montana altipiano Reatino); di Colli sul Velino Alberto Micanti; di Rivodutri avv. Barbara Pelagotti; di Cantalice Sig.ra Silvia Boccini; di Cittaducale Roberto Ermini; di Poggio Bustone (il Commissario Prefettizio).
Dopo il discorso di benvenuto del Sindaco Lattanzi, ha preso la parola il Vice Prefetto Reggente dr. Grieco e poi il Colonnello Roccia, lodando e ringraziando l’Amministrazione di Morro per la toc ante iniziativa.
L’avvenimento nel quale il carabiniere Angelini fu vittima di una “assurda” vendetta da parte della R.s.i. è stato ricordato dal Giornalista-Storico Antonio Cipolloni, sulla scorta di documentazione probante dell’epoca, dalla quale si deduce che l’Angelini era in servizio nella stazione CC di Rivodutri prima di darsi alla macchia.
Cipolloni, dopo aver ricordato una serie fatti, nei quali l’Angelini si distinse in questi territori; e dopo alterne vicende; profittando del Bando del Duce, del 18 aprile 1944, che tra l’altro prevedeva che: «….gli sbandati che entro il termine delle ore 24 del 25 maggio 1944, si presenteranno non saranno sottoposti a nessun provvedimento o sanzione penale. Essi potranno presentarsi a tutti i posti militari o di polizia italiani o germanici…»- E l’Angelini si presentò, il mattino del 25 maggio 1944, alla Questura di Terni che lo trasferì, per competenza, al Comando Provinciale CC di Rieti.
Il Questore di Rieti dell’epoca (contro ogni logica), saputo della presenza dell’Angelini nella Caserma di via Cintia dei CC, pretese di interrogare, in questura il Carabiniere, attribuendogli la morte del sua Questore Pannaria (in quel di Poggio Bustone, il 10 marzo 1944). Ovviamente il Comando provinciale CC di Rieti non era d’accordo, essendo il giovane sotto tutela del Bando del Duce.
Dopo uno “scontro” tra Questura e Comando Gruppo supportato dallo stesso Questore di Terni, (malgrado anche un tentativo di pacificazione fatto dal Capo della Provincia Di Marsciano), venne concordato che, al termine dell’interrogatorio (durato tre giorni), e ad un sopralluogo nel territorio di Morro, il carabiniere sarebbe stato riconsegnato all’Arma a Rieti.
L’interrogatorio (e le torturare susseguitesi nei locali della Questura), non approdarono a nulla, il giovane non rivelò alcunché di importante. L’Angelini fu accompagnato a Morro dallo stesso Questore (dopo un colloquio a quattr’occhi) e lo lasciò a disposizione del comandante del “Presidio” della G.n.r., prima di tornarsene a Rieti.
Il mattino del 1 giugno 1944, con la scusa di una escursione in montagna alla ricerca di armi e dei corpi dei due militi fucilati due mesi prima dai partigiani, dopo Poggio Bustone, che l’Angelini avrebbe dovuto indicare, il capo di quel Presidio, poco dopo l’alba, con 16 militi, si portò nel territorio dell’Eremo di San Gabriele. Al termine delle infruttuose ricerche (attorno alle 17,30), lungo il sentiero boschivo di ritorno verso Morro, in località “Porcarecce”, tra la meraviglia dei componenti dello stesso drappello della milizia, il comandante, uccise con una raffica di mitra alle spalle, giovane Carabiniere ternano Angelini Raoul.
Nell’occasione, al termine della cerimonia, è stata scoperta e Benedetta, nell’ambito di un’«un’area di sosta» voluta dal Comune di Morro e dalla 5^ Comunità Montana, a ricordo dell’Eroe ternano, una lapide a ricordo del 21enne Carabiniere di Terni.
Visibilmente commossi e soddisfatti molti nipoti del Carabiniere Angelini, figli dei fratelli e della sorella del giovane Carabiniere.
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