Pirozzi “sveglia” l’area moderata

La decisione del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi di candidarsi alla presidenza della Regione Lazio ha avuto l’effetto di iniziare a smuovere le acque in un ambiente (quello del centrodestra laziale) che, almeno in apparenza, sembrava essere un po’ sonnacchioso rispetto alla consultazione elettorale della prossima primavera. E ciò nonostante il fatto che sia Pd sia M5S avessero già espresso i nominativi dei rispettivi candidati: il presidente uscente Nicola Zingaretti e la deputata Roberta Lombardi.
All’improvviso, grazie anche alla scelta di Pirozzi, l’area moderata si risveglia e (come spesso accade) polemizza al suo interno: Forza Italia (da quelle parti si fanno i nomi di candidati come l’imprenditrice Todini ed il giornalista Liguori) chiede allo schieramento “di ragionare insieme su una figura di alto profilo”, Fratelli d’Italia (che dovrebbe essere il partito di riferimento del Primo Cittadino amatriciano) apparentemente non dimostra entusiasmo verso quell’auto-candidatura, mentre la Lega di Salvini (e non solo) guarda con estremo interesse al tentativo di formazione di lista civica con relativa candidatura alla presidenza della Regione del combattivo Pirozzi.
Un quadro che, almeno ad oggi, lascia pensare che il centrodestra discuterà parecchio sul nominativo da indicare come candidato (unitario?) alla presidenza della Regione: una discussione che però rischia anche di spaccare uno schieramento che, almeno sulla carta ed in base ai sondaggi, risulterebbe vincente. Eppure l’elezione a sindaco di Rieti di Antonio Cicchetti (per non parlare di quanto è accaduto in Sicilia) dovrebbe costituire un modello da seguire.