NON CI PIACE IL SILENZIO STAMPA DEL RIETI CALCIO

FC Rieti

Non ci piace. Il silenzio stampa deciso dalla dirigenza del Rieti calcio all’indomani della sconfitta contro il Città di Monterotondo, non ci piace proprio.

Non ci piace perché lo riteniamo ingiustificato almeno sotto il nostro punto di vista che, in taluni casi, è il punto di vista di chi vive ed ha vissuto la storia recente della società amarantoceleste. Nemmeno la vecchia proprietà era arrivata a tanto, e di sicuro di motivi per zittire i propri tesserati nei confronti della stampa in dieci anni ce ne sono stati diversi.

Non ci piace, perché se entriamo nel dettaglio analizzando numeri e quant’altro, ci si accorge che la formazione di Arturo Di Napoli è ancora prima in classifica dopo una serie di otto risultati utili consecutivi e uno score lontano dal Manlio Scopigno degno del Barcellona. Non ci piace, perché si penalizza oltremodo un segmento che in questi mesi è stato parte integrante del progetto: dapprima perseguendolo e successivamente sposandolo e supportandolo in maniera massiccia tanto che, facendo le debite proporzioni, l’impatto mediatico del Rieti calcio, che ricordiamo sta disputando il campionato di eccellenza laziale e non la Champions League, è pari a quello della Juventus o del Real Madrid.

Non ci piace, perché inoltre non ci piacciono le motivazioni che non trovano riscontro sia con il trend della squadra, sia con le spiegazioni, molte delle quali contrastanti, fornite dalla società nelle parole di presidente e direttore sportivo.  Non ci piace nemmeno la modalità con la quale è stato deciso e comunicato questo silenzio che fa rumore: non si parla con la stampa per i prossimi quindici giorni, nemmeno fosse un vasetto di yogourt… “da consumarsi preferibilmente entro il”. Si parla di preservare i giocatori, di ritrovare le giuste motivazioni e dare più responsabilità a staff e squadra. Allora era meglio chiedere alla stampa di allentare la presa dosando interviste e quant’altro, magari rimanendo in attesa per una settimana e capire cosa fare. Il silenzio stampa ci potrebbe pure piacere nel caso vi fossero stati attacchi diretti, critiche tanto per farne, oppure una crisi di risultati tali da mettere la squadra in quarantena nei confronti dei suoi eventuali denigratori.

Ma tutto ciò non esiste perché tutti i media, e sono tanti, non hanno mai speso una parola negativa nei confronti di nessuna componente del Rieti calcio che continua ad essere prima in classifica con “l’obbligo” di vincere in campionato. Ma questo è quanto, lo rispettiamo ma non lo condividiamo anche se la domanda nasce spontanea: ma se in questi quindici giorni la squadra non farà risultat decenti, cosa accadrà? Un silenzio stampa all’infinito o un ritorno sui propri passi? Noi staremo in attesa, aspetteremo questi quindici giorni e poi potremmo anche valutare l’ipotesi che ci sia… un silenzio della stampa.