Mini Imu, il programma pubblicato dal Comune porta ad un calcolo sbagliato

La scadenza del 24 gennaio è alle porte  e la procedura per il computo della”Mini-Imu” appare alquanto complessa. Il comma 5 dell’art. 1 del decreto 133 del 2013 (quello che ha abolito la seconda rata dell’Imu) recita infatti: «L’eventuale differenza tra l’ammontare dell’imposta municipale propria risultante dall’applicazione dell’aliquota e della detrazione per ciascuna tipologia di immobile di cui al comma 1 deliberate o confermate dal comune per l’anno 2013 e, se inferiore, quello risultante dall’applicazione dell’aliquota e della detrazione di base previste dalle norme statali per ciascuna tipologia di immobile di cui al medesimo comma 1 è versata dal contribuente, in misura pari al 40 per cento». Traducendo dal burocratese, la somma dovuta si otterrebbe dalla differenza tra l’imposta calcolata con aliquota e detrazione decisa dal Comune e quella determinata con i valori standard nazionali.
Per molti però, tra i quali la maggior parte delle case produttrici dei software per consulenti, commercialisti e CAF, il testo farebbe riferimento alla sola «detrazione di base» di 200 euro per l’abitazione principale. Non si terrebbe conto quindi della ulteriore detrazione di 50 euro per ciascun figlio fino ai 26 anni di età che vive in casa: particolare questo che potrebbe costringere al versamento famiglie che vivono in case di esiguo valore catastale e che altrimenti sarebbero esenti.
Ad esempio, un nucleo con tre figli ed una casa con una rendita catastale sui 350 euro o poco più, che vive nel Comune di Rieti – il quale ha portato l’aliquota al 6 per mille – dovrebbe quindi pagare una cinquantina di euro di mini Imu, come i contribuenti senza figli. Ma se nel computo venisse considerata sia la “detrazione di base” di 200 euro per l’abitazione principale, sia l’ulteriore detrazione di 50 euro per ciascun figlio fino ai 26 anni di età che vive in casa, l’imposta andrebbe a zero, in quanto sarebbero nulli entrambi i termini della differenza.
Per evitare pertanto errori e facendo espresso riferimento Comune di Rieti, si arriva all’importo della mini-imu da pagare seguendo nell’ordine cinque semplici passaggi:
1) Trovare la base imponibile: la rendita catastale (valore trascritto nell’atto notarile di compravendita) deve essere rivalutata del 5%. All’importo ottenuto si dovrà applicare il moltiplicatore, che per le abitazioni è pari a 160. Si ottiene la base imponibile A.
2) Calcolare l’imposta con l’aliquota deliberata dal Comune di Rieti per il 2013: si moltiplica A per l’ aliquota (6 per mille). Al valore ottenuto si devono sottrarre le detrazioni (200 euro fisse ed eventuali 50 euro per ogni figlio) e così si ottiene il valore B (ovvero l’ imposta dovuta con aliquota effettiva).
3) Calcolare l’imposta con l’aliquota di base stabilita dalla norma statale: si moltiplica A per l’aliquota di base (4 per mille); al valore ottenuto si devono sottrarre le detrazioni di base (200 euro fisse ed eventuali 50 euro per ogni figlio). Così si ottiene C (ovvero l’ imposta dovuta con aliquota di base).
4) Determinare la differenza tra l’imposta con l’aliquota 2013 (B) e l’imposta con aliquota di base (C). [B-C = D]
5) Calcolare il 40% sul valore D per trovare l’importo di quanto dovuto.
Ovviamente nell’effettuare il calcolo occorre tenere in considerazione sia la percentuale di possesso sia il periodo (mesi) di possesso.
Nessun dubbio sull’iter procedutale da seguire per l’esatta applicazione del prelievo, che non può che essere quello indicato nell’esempio precedente. Vi invitiamo pertanto a verificare l’importo dell’imposta da pagare all’atto del ritiro della delega di pagamento presso il vostro consulente, commercialista o CAAF.
Ricordiamo infatti che anche la “mini IMU”, si paga attraverso F24 o con bollettino postale apposito. Se si opta per il modello F24, il pagamento può essere effettuato in banca, presso gli uffici postali e direttamente sul sito delle Agenzia delle Entrate. Se si è abilitati ai servizi telematici, bisogna utilizzare il codice tributo 3912, indicando che si tratta di un saldo per l’anno 2013.
“Siamo alle solite”, commenta il Presidente di Confartigianato Servizi Rieti, Cinzia Francia. “Aberrazioni burocratiche, tempi ristretti, incertezze gettano nel panico operatori del CAAF, commercialisti, ragionieri e consulenti. E chi ci rimette sono i cittadini”.
“Ma la beffa finale arriva dal Comune di Rieti che sul proprio sito ha messo a disposizione degli utenti e un programmino che dovrebbe facilitare il calcolo del tributo” sottolinea Cinzia Francia. “Peccato che questo programmino non tenga conto delle deduzioni previste per i figli, portando quindi ad un calcolo totalmente errato dell’imposta”.
“Ormai non ci sono più limiti”, aggiunge Maurizio Aluffi, Direttore di Confartigianato Imprese Rieti. “nemmeno i Comuni sanno più come fronteggiare norme bislacche e ambigue. E allora via con il fai da te, sembra infatti che alcuni Comuni siano completamente disinteressati a far rispettare la regola dell’importo minimo di 12 euro stabilito per legge e richiedono anche cifre inferiori”.