“L’olio che butti fa male a tutti” campagna contro la dispersione degli oli

Il gruppo Ambiente e Green economy della Terza consulta cittadina, ponendosi in un’ottica di “circular economy” e di cooperazione con le varie componenti della comunità presenti sul territorio, vuole essere promotore e affiancare i cittadini, l’amministrazione comunale e i vari operatori economici sul territorio, nel sensibilizzare e promuovere buone pratiche contro la dispersione degli oli esausti inclusi quelli domestici.
La raccolta specifica degli oli esausti e la raccolta differenziata dei rifiuti, rappresentano priorità assolute se si vuole essere veramente, seriamente e ecologicamente sostenibili. La dispersione nell’ambiente di questi oli produce fattori inquinanti disastrosi per la salute dei cittadini e per l’economia. Se bruciati, producono sostanze tossiche pericolose e se dispersi nell’acqua comportano la riduzione della quantità di ossigeno a disposizione della flora e della fauna.
Ricordiamo che 4 kg. di olio disperso nelle acque producono una pellicola sulla superficie dell’acqua grande come un campo da calcio e che un kg. di olio nelle fognature, sviluppa un costo aggiuntivo di 0.90 euro per gli impianti di depurazione per guasti ai depuratori stessi, incidendo sull’aumento delle bollette delle utenze dell’acqua. Un altro fattore significativo si riferisce ai danni economici causati al turismo per l’inquinamento dei mari e dei laghi. La quantità degli oli esausti provenienti dalla raccolta degli oli industriali e della ristorazione, sono rispettivamente circa 280 mila e 60 mila tonnellate annue e la loro rigenerazione producono una riduzione notevole della bolletta energetica italiana.
Per quanto riguarda, invece, L’OLIO DI FRITTURA DOMESTICO, esso rappresenta UNA FONTE INQUINANTE DI GRANDE DISPERSIONE NELL’AMBIENTE. Dati statistici informano che: L’OLIO ESAUSTO DOMESTICO VERSATO NEGLI IMPIANTI FOGNARI considerato nella sua globalità è di circa 210 milioni di litri, pari a circa a 3,8 kg. ad abitante. I suoi danni sono enormi per l’ambiente se non si corre subito ai ripari. Eliminare o ridurre questa cattiva pratica è molto difficile, infatti solo lo sviluppo di una coscienza ecologica può cambiare i comportamenti storicamente e culturalmente radicati.
Fondamentale è l’informazione, la consapevolezza e la buona volontà di tutti noi. I consorzi obbligatori preposti alla raccolta degli oli, specialmente industriali, hanno funzionato bene ma ancora il 5% degli oli lubrificanti, soprattutto per la abitudine del cambio dell’olio fai da te, è disperso nell’ambiente causando gravi danni. Recentemente sono state lanciate campagne di sensibilizzazione per coinvolgere i cittadini promosse dall’Anci e Ancitel sulla pericolosità degli oli dispersi nell’ambiente e per incentivare la raccolta degli oli esausti presso i centri di raccolta comunali ma bisogna fare di più.
Il nostro territorio cittadino è terribilmente in ritardo, salvo errori ed omissioni, su 31 supermercati operanti sul territorio, solo uno ha disposto dal 2013 un’isola ecologica presso il suo punto vendita e sembra che a tutt’oggi non esistano isole ecologiche comunali per gli oli o il ritiro porta a porta dell’olio alimentare di uso domestico.
A questo scopo, nel rispetto della normativa vigente D.lgs 152 del 2006 in particolare ricordando l’art. 233 comma 13, come cittadina e come portavoce dei cittadini della terza consulta, chiediamo ai supermercati e all’amministrazione comunale di ottemperare al più presto. Chiedendo di porre fine a questa emergenza e ai danni provocati dalla mancata raccolta degli oli esausti domestici, promuovendo anche campagne nelle scuole e per i cittadini, per sensibilizzare e sviluppare una più ampia coscienza ecologica anche a Rieti.
Lettera aperta di Susanna Barina gruppo Ambiente e Green Economy Terza Consulta.