Lo “spedale” de Lellis, una caduta di stile per tutti i malati non solo quelli oncologici

Attraverso leggi specifiche, il Servizio Sanitario Nazionale, sostiene i malati oncologici tutelando le loro condizioni di invalidità ( riconosce al malato la riduzione della capacità lavorativa), di inabilità ( spesso assoluta a svolgere qualsiasi attività lavorativa) di handicap ( minorazione fisica, psichica o sensoriale, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa, tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione).
La notizia dell’accorpamento dei malati oncologici nel reparto per “ intensità di cure” diffusa dalla ASL di Rieti, con la solita giustificazione dei conti che non tornano, sta destando forte preoccupazione sia nei pazienti che in seno allo stesso Direttivo dell’ALCLI di Rieti.
Ritengo che la notizia, sia sconvolgente, fa tornare alla mente il XIII secolo con la nascita degli Spedali dei Convalescenti ad opera dei frati domenicani, per il ricovero di malati, poveri e mendicanti, messi tutti insieme negli ambienti predisposti.
San Francesco, secondo la leggenda, dopo aver incontrato San Domenico, creò a Rieti il primo spedale, ubicato nelle vicinanze della chiesa di San Francesco, l’indirizzo domenicano di accoglienza per tutti i malati, i poveri ed i mendicanti, Francesco lo adottò come regola .
Sono trascorsi ben 795 anni da questi eventi e su quell’esempio di caritatevole ed amorevole accoglienza, nonostante la grande povertà dei frati e del popolo accolto, all’epoca si offriva, comunque, un pasto, si curavano le ferite con le bende e si praticavano le spugnature, sempre in forma amorevole nel pieno rispetto della dignità umana e religiosa del malato.
Attraverso il Servizio Sanitario privato poi divenuto Pubblico, abbiano speso miliardi di lire e di euro per sviluppare, la ricerca e affrontare nuove malattie, con l’utilizzazione di nuovi medicinali, e sono state create nuove strutture più adeguate e confortevoli per poter meglio accogliere chi necessita di cure e assistenza specifica.
Si sono acquistati nuovi macchinari all’avanguardia, attrezzature sofisticate per curare alcune patologie ed, oggi, invece è tutto in controtendenza, si tagliano i posti letto, si taglia sugli acquisti di medicinali, i tempi delle prestazioni sono divenuti biblici, si elimina il turn over.
Dunque nessun riguardo per il cittadino che sostiene, mensilmente, costi abnormi da lavoratore e da pensionato, sono noti i prelevamenti fatti in busta paga dallo Stato per conto della Regione Lazio, milioni di euro, ma il cittadino paga anche il SNS, in percentuale del reddito percepito in busta paga, quindi una massa di denaro che non ritorna in termini di servizi e prestazioni.
La cultura dei Santi Domenico e Francesco diffusa nell’ “aere “ di tutto il mondo, a Rieti, non trova seguito. L’amorevole accoglimento del malato sembra superato da quattro conti ragionieristici che si vogliono far tornare in ordine a discapito dei malati oncologici e ciò che sta avvenendo è davvero sconcertante.
E’ necessario, con probabilità, ricostruire una società con valori nuovi e più profondi!
Di Roberto Iacoboni