Il Governo sembra faccia riforme per propagandare il cambiamento

Rieti perde la prefettura e non si capisce perché la notizia genera tanta meraviglia se è vero che l’attuazione della spending rewiew, viene generalmente considerata una decisione opportuna per razionalizzare la spesa e diminuire il debito pubblico. Fino ad ora se ne è solo parlato, se si esclude l’anacronistica decisione di scomporre le province e quella di ridurre, a non si sa cosa, il Senato ma , quel provvedimento sembrerebbe essere il primo che mira ad attuarne l’attuazione sopprimendo 23 delle oltre cento prefetture il cui superamento fu posto all’ordine del giorno sin dal 1975, anno di nascita delle Regioni.
Questa decisione suscita giustamente apprensione e ribellione in una città e provincia alle prese con una regressione decennale che sembra destinata a diventare cronica se, nel procedere al riordino di pezzi della pubblica amministrazione, come direbbe Melilli, si continuerà, anche da parte del governo, a prenderla di mira sottraendogli parti delle funzioni alle quali è preposta da decenni.
Si è d’accordo nel perseguire una politica di contenimento della spesa ma, quando si decide di sforbiciare in un territorio ed una comunità senza renderla edotta che quel taglio è parte di un progetto organico di riordino della pubblica amministrazione nel quale è inglobato il ruolo assegnatole per il futuro, è del tutto evidente che si generano tensioni e s’inneschino proteste che sarebbe opportuno evitare.
Reagire a questo modo di procedere in questa occasione sembra naturale ma, se il riordino del pubblico impiego verrà davvero perseguito c’è da immaginare che la piccola realtà reatina potrebbe essere sempre chiamata in causa per operazione analoghe ed è pertanto necessario essere preparati ed attrezzati. Dovremmo studiare bene l’assetto attuale che abbiamo intorno, intuire gli scenari che potremmo trovarci di fronte, avere idee chiare sugli obbiettivi che dovremmo proporci, rivendicare il diritto ad essere coinvolti nelle decisioni.
Oggi dovremmo attestarci dicendo che ogni decisione al riguardo dovrebbe essere rinviata fino a quando non ci verrà presentata una panoramica del riordino complessivo che s’intende perseguire e sancendo che non verranno più accettate decisioni calate dall’alto. Siamo d’accordo nel riordinare ma vogliamo poter dire la nostra prima e non dopo.
Detto ciò non possiamo esimerci dal rilevare che il governo continua a procedere con troppa fretta e altrettanta disinvoltura nello smantellare singoli pezzi di un assetto senza contenerli in un progetto d’insieme organico e condiviso nel paese. Un progetto che dovrebbe essere perseguito attraverso tappe progressive opportunamente cadenzate. Sembra spinto dall’esigenza di adottare provvedimenti che nell’immediato propagandino il cambiamento creando consenso ma che alla lunga provocano disservizi e generano disagio e proteste tra i lavoratori e i cittadini nei territori (la provincia ed ora la prefettura sono esempi emblematici).
È giusto riordinare e razionalizzare la pubblica amministrazione ma se si pensa di poterla realizzare sottraendo posti di lavoro e risorse ad una economia già in estrema difficoltà senza indicare come ricollocare gli esuberi, aumentando e migliorando i servizi ai cittadini o promuovendo lo sviluppo nei comparti fondamentali quali l’agricoltura, l’industria, il turismo ed il commercio si finisce per aggravare le difficoltà dei un territori senza conseguire alcun risanamento e rilancio del paese e tanto meno la riduzione del debito pubblico.
Franco Proietti