Federlazio: la ripresa è ancora lontana

E’ stata presentata oggi presso la Federlazio di Rieti nel corso del Consiglio direttivo dell’Associazione di categoria l’indagine congiunturale sulle PMI del Lazio relativa al secondo semestre 2014, con le previsioni relative ai primi sei mesi del 2015.
Un appuntamento che la Federlazio di Rieti ha voluto condividere con le maggiori istituzioni del territorio – il deputato Fabio Melilli, il consigliere regionale Daniele Mitolo, il presidente della Camera di commercio di Rieti Vincenzo Regnini, il vice presidente della Provincia di Rieti Enzo Antonacci, il sindaco di Rieti Simone Petrangeli, il sindaco di Cittaducale Roberto Ermini, il sindaco di Fara Sabina Davide Basilicata, il presidente del Consorzio di insediamento produttivo del Nord Lazio Andrea Ferroni – al fine di confrontarsi su iniziative e proposte per il rilancio dell’economia locale, che ancora presenta segnali preoccupanti.
“Se nell’indagine congiunturale relativa alla prima parte del 2014, sostenevamo che i dati indicavano una chiara stagnazione, – ha introdotto il direttore della Federlazio di Rieti, Giuseppe Scopigno – ora si può comprendere meglio che avevamo buoni motivi per affermarlo. Quanto emerge dalla nostra rilevazione attuale conferma uno stato d’animo attraversato da non poche venature di sconforto. E tale sentimento è ancora più marcato proprio perché alcune tendenze, rilevate nelle ultime settimane da fonti autorevoli come Banca d’Italia e Istat, potevano autorizzarci a sperare che la ripresa fosse un po’ più vicina. In realtà, alla base di quelle tendenze si ravvisano essenzialmente fatti di natura esogena come le modificazioni dei rapporti di cambio Euro/Dollaro, il calo dei prezzi del petrolio, i provvedimenti di Quantitative Easing adottati dalla BCE, piuttosto che una profonda trasformazione del nostro sistema produttivo, o una ripresa sostanziale della domanda per le nostre produzioni”.
Dall’indagine emerge in particolare che, a differenza del resto del Lazio, la provincia di Rieti è caratterizzata da un tasso di crescita delle imprese negativo (-0.36% unica provincia in negativo, rispetto al +1.80% della media regionale), da una più bassa apertura verso i mercati internazionali, oltre che da un aumento delle ore di Cassa Integrazione Guadagni.
Nel corso del secondo semestre 2014, il saldo di opinioni sull’andamento di ordinativi e fatturato dal mercato nazionale è peggiorato rispetto al semestre precedente. Una contrazione resa ancora più evidente se analizziamo il quadro relativo all’estero, che fa registrare una netta inversione di tendenza, con un peggioramento rilevato in misura maggiore sul mercato extra Ue, segno di una regressione per quanto riguarda i meccanismi di internazionalizzazione delle nostre imprese. Questa situazione è oltremodo preoccupante se guardiamo alle previsioni fatte dal campione dei nostri imprenditori per i prossimi mesi, che se da un lato vedono un leggero miglioramento per quanto riguarda il mercato nazionale, dall’altro proiettano un’incertezza assoluta relativamente ai mercati internazionali. Segnali scoraggianti arrivano anche sul fronte investimenti e occupazione, con dati che fanno presupporre una tendenza ancora negativa.
“Insomma c’è in atto una spirale viziosa – continua il direttore Scopigno – le difficili situazioni di mercato e finanziarie delle imprese generano un clima di sconforto e incertezza; con questi presupposti gli imprenditori sono più restii a fare investimenti; minori investimenti pregiudicano produttività e competitività delle imprese sui mercati. Occorre quindi spezzare questo circolo, con azioni forti di stimolo alla domanda e iniziative di supporto alle imprese, anche a livello locale, che rilancino la fiducia degli imprenditori”.
“Tra le priorità da affrontare – afferma il presidente della Federlazio reatina, Riccardo Bianchi – c’è quella di mettere i risparmi e le attività finanziarie al servizio delle attività produttive. Inoltre, senza un programma di investimenti che rianimi una domanda interna ormai asfittica, non vi saranno serie possibilità di rilanciare strutturalmente la nostra economia e di far svolgere al soggetto pubblico il suo ruolo strategico di volano dell’economia. L’idea che la crescita e l’ammodernamento di un grande paese possa fare a meno degli investimenti pubblici, dalla connessione internet ad alta velocità alle opere infrastrutturali per migliorare il collegamento di beni e persone, non funziona. Al contrario, in Italia, la spesa pubblica corrente aumenta (e le tasse di conseguenza) e la spesa per gli investimenti diminuisce, accompagnandosi a un degrado infrastrutturale e del territorio che è sotto gli occhi di tutti”.
“Inoltre – continua il presidente Bianchi – è ormai inderogabile recuperare il ruolo di paese manifatturiero. In tal senso, riteniamo che nei prossimi anni i paesi tradizionalmente sviluppati, e in particolare quelli europei, avranno la possibilità di riprendere una parte del terreno perduto, a patto di riuscire a implementare le nuove tecnologie, come ad esempio quelle legate alla manifattura digitale, per dare risposte più rapide alle richieste di mercato. Non sarà tanto importante essere grandi, quanto essere flessibili e veloci nella riposta ai cambiamenti. Le potenzialità sono enormi, ma gli investimenti necessari non sono indifferenti. Per questo, guardiamo con favore alla partecipazione dell’Italia al programma “Industry 4.0”, e ci sembra inoltre confortante la strategia di rilancio dell’industria manifatturiera che la Regione Lazio ha pubblicamente presentato poche settimane fa.
Ciò dimostra la consapevolezza di avviare su questo territorio un percorso di reindustrializzazione e di recupero di competitività se vogliamo veramente girare pagina rispetto al passato. Le premesse dunque sono buone. Ci auguriamo tutti che questo programma possa realizzarsi compiutamente e in tempi ragionevolmente brevi, così da conseguire i risultati auspicati. Su questo la Federlazio non farà mancare il proprio contributo, rendendo partecipi le aziende associate di questa importante sfida della reindustrializzazione proposta dalla Regione”.
“Per quanto riguarda il tema dello sviluppo locale – conclude Bianchi – come Federlazio siamo fermamente convinti che la provincia di Rieti possa e debba coniugare insieme l’offerta di una qualità della vita che non è comparabile a quella di altre aree industriali del paese, con quella relativa allo sviluppo di un sistema di convenienze per le aziende esistenti, e per quelle potenzialmente interessate a venire. Mutuando le esperienze che si stanno facendo in altre parti d’Italia, sarebbe opportuno che le istituzioni locali mettano in cantiere un piano di “marketing territoriale” che sia in grado di identificare Rieti come un territorio dove è facile fare impresa e a condizioni vantaggiose. Una sorta di piano industriale “dal basso”, che contempli ad esempio politiche di sconti sui tributi locali, diminuzione degli oneri di urbanizzazione, possibilità di stralci ai piani urbanistici, pratiche online, semplificazione amministrativa.
Un progetto, insomma, che parta dalla modernizzazione degli strumenti amministrativi classici e punti ad aprire un dialogo con le imprese che puntano sul capitale umano e che, localizzandosi a Rieti, possano trovare l’ambiente a loro più favorevole, anche in considerazione sia dell’auspicata imminente presentazione dei bandi relativi all’accordo di programma, sia della prossima apertura del polo logistico di Passo Corese, che potrà favorire non poco la movimentazione delle merci sia in ambito nazionale che internazionale”.