Ex LSU ed ex ASU, è necessario assumersi ogni responsabilità

Gianni Ciccomartino FPCGIL Rieti

Sulla vicenda degli ex LSU (lavoratori socialmente utili) e degli ex ASU (lavoratori in mobilità impiegati in attività socialmente utili) ognuno deve assumersi le proprie responsabilità.
In primis la Regione Lazio, che nel 2011 attraverso una vera e propria “truffa” ai danni dei lavoratori, in cui veniva spacciata per stabilizzazione un sostanziale avviso di licenziamento (essendo peraltro impraticabile la proroga di ulteriori due anni tempo determinato oltre i primi tre). Sul punto la FP CGIL di Rieti denunciò il danno che si stava facendo ai lavoratori (che se rimasti all’epoca LSU oggi sarebbero stati nelle condizioni dei colleghi calabresi e siciliani, ovvero stabilizzabili a tempo indeterminato ai sensi della legge di stabilità 2014). Presa di posizione scomoda che provocò le ire di chi, anche da parte sindacale, riteneva l’operazione la “panacea di tutti i mali”.
Sotto altri punti di vista anche qualche amministratore locale, che in cerca di facili consensi, si gettò a “pesce”, ed in ogni modo, sull’”opportunità” confidando in una futura soluzione “all’italiana”. Oggi il crudo risveglio, dato dalla Corte dei Conti che ha denunciato anche l’illegittimità dell’intera operazione.
Gli ex LSU torneranno presumibilmente in un bacino LSU, quindi a godere di un sussidio più basso di quanto attualmente percepiscono, senza contributi e malattia. Bacino che dovrebbe essere in vigore fino alla progressiva, se ci sarà, stabilizzazione degli stessi.
Più complicata è la questione dei lavoratori “ex cassaintegrati”, inseriti nell’operazione da qualche amministrazione, e che per i quali si prefigura addirittura l’interruzione tout curt del rapporto di lavoro.
Per questi in particolare (oltre 20 al Comune di Rieti ed 1 al Comune di Cittaducale) è imprenscindibile una seria azione politica che possa quantomeno assimilarli ai loro colleghi ex LSU e permetterne almeno l’inserimento nel bacino LSU ricostituito.
Azione che deve essere scevra da “giochini delle parti”, in cui si fa a gara a chi si straccia di più le vesti e addita responsabilità a suo tornaconto politico o sindacale senza peraltro proporre soluzioni plausibili.
In questo grado, nostro malgrado, dobbiamo constatare come, per la vicenda che riguarda gli ex ASU del Comune di Rieti vi sia da parte sindacale chi partecipa ai tavoli stracciandosi le vesti a tutela dei lavoratori suddetti, mentre un ricorso giudiziario depositato e atto ad annullare le assunzioni a sua volta effettuate dal Comune di Rieti vede tra i testimoni citati dalla parte attrice il Sig. Andrea Sebastiani, Consigliere Comunale che, a suo dire “non è dipendente diretto dell’UGL, ma di un ente di servizio economicamente ed organizzativamente diverso”.
Precisazione che non ci permette comunque di sedere allo stesso tavolo dell’UGL almeno per quanto riguarda la vertenza LSU ed ex ASU.