CONVITTO ISTITUTO ALBERGHIERO, BONCOMPAGNI CHIEDE SPIEGAZIONI A MELILLI

Antonio Boncompagni

Quale assessore Ambiente e Protezione civile ho ricevuto in questi giorni molte segnalazioni di cittadini che chiedono chiarimenti riguardo la megastruttura edilizia di fronte a Fonte Cottorella che ospiterà il convitto dell’Alberghiero, in relazione al suo impatto ambientale e al fatto che l’area su cui insiste rientra nella fascia B del Piano di Assetto Idrogeologico, quindi area a rischio esondazione.

Si chiede in sostanza di conoscere quali opere saranno realizzate per ridurre il rischio esondazione, connesso alla stretta vicinanza del fiume Turano, che appena nel dicembre scorso ha esondato in diversi punti del suo tragitto. Infatti, al di là del rispetto burocratico della norma, è chiaro che la nuova destinazione della struttura ci impegna a pianificare una sicurezza totale degli studenti, se ne prevedono oltre 900, che frequenteranno il luogo in relazione al rischio di esondazione.

Si sollevano perplessità anche in relazione alla sicurezza della viabilità visto che l’unico accesso all’immobile è rappresentato dalla via Salaria per Roma, arteria con forte flusso veicolare. Non in ultimo un problema aggiuntivo è rappresentato dalla stretta vicinanza della Liquigas situata nella retrostante via Pistignano; un tipo di industria che obbliga il rispetto di precise normative contenute nella direttiva Seveso. Questi i punti di chiarimento richiesti da molti cittadini.

Ritengo che il Presidente Melilli, potrà fornire risposte dettagliate a queste domande al fine di dare certezze e tranquillità alla collettività.

C’è da rilevare ulteriormente che la Provincia intende costruire nello stesso lotto di terreno l’Istituto Alberghiero, altra struttura che affiancherà quella esistente in via di ultimazione, su cui graveranno le stesse criticità con inoltre il vincolo archeologico della “via del Sale”.

In relazione alla complessa problematica ritengo doveroso un approfondimento delle questioni, sia per il rispetto della massima trasparenza che si impone a chi vuole amministrare la cosa pubblica, sia perché tali realizzazioni impegnano non poche risorse destinate al soddisfacimento dei bisogni della collettività; si parla, infatti, di quasi 11 milioni di euro.