Confartigianto, Upa-Casartigiani e Claai contro il Comune sulla Tares

Confartigianato Imprese Rieti, UPA Casartigiani e CLAAI di Rieti in prima linea contro una scriteriata applicazione del Regolmento TARES da parte del Comune di Rieti sugli immobili destinati ad attività produttiva.
Dopo ben tre incontri che i rappresentanti delle tre associazioni hanno avuto con l’Assessore al Bilancio Marcello Degni, l’Assessore alle Attività Produttive Emanuela Pariboni, il Dirigente del settore Economico Finanziario, Vito Dionisi, e il Presidente della Commissione Bilancio del Comune di Rieti, Simone Miccadei, si prende atto della sostanziale indifferenza da parte dell’amministrazione comunale alle rimostranze del comparto artigiano sull’applicazione della tassa sul servizio urbano di raccolta dei rifiuti.
Veniamo ai fatti: il regolamento Tares del Comune di Rieti, all’art. 10 comma 1 cita: “nella determinazione della superficie tassabile delle utenze non domestiche non si tiene conto di quella parte ove si formano, in via continuativa e nettamente prevalente, rifiuti speciali non assimilati e/o pericolosi, al cui smaltimento sono tenuti a provvedere a proprie spese i produttori“.
In base a questo comma, è lecito prevedere che sugli immobili di utenze non domestiche, nelle quali è ben identificata l’area produttiva in cui sono prodotti rifiuti speciali conferiti a società di smaltimento private, non possa venire applicata alcuna tassazione da parte dell’Ufficio Tributi del Comune di Rieti.
Una misura sacrosanta, che esenterebbe le imprese dal pagamento di un servizio di cui di fatto non usufruiscono, dato che allo smaltimento dei rifiuti derivanti da attività produttiva ci pensano, peraltro a costi esorbitanti, società di smaltimento private abilitate alla raccolta di rifiuti speciali e pericolosi. Se pensiamo per esempio ad una carrozzeria, questo tipo di impresa paga in media all’anno circa 2mila euro per smaltire i rifiuti prodotti (per esempio contenitori vuoti, vernici, carta e stracci sporchi ecc).
La stessa impresa, in contrasto a quanto stabilito dal Regolamento comunale, si trova a dover pagare nel 2013 anche un’imposta TARES media di circa 1.500 euro, cifra che comprende il servizio di raccolta rifiuti relativamente all’area produttiva, che di fatto non produce rifiuto assimilabile all’urbano.