Francesco Buttarelli – Il Principe Ludovico Spada Veralli Potenziani Alemanni

Francesco Buttarelli, docente di lettere presso le scuole secondarie di secondo grado, ha dato alle stampe “Storia dell’Europa Unita”, “Un attimo di Poesia”, “Saggio storico sulla figura del Papa Innocenzo III”, “Gabriele D’Annunzio poeta, scrittore e uomo di teatro”, “Il Brigantaggio in Sabina nel XV e XVI secolo”, “L’Antica via Salaria”. Poeta, saggista e ricercatore, collabora con varie emittenti televisive e riviste culturali.

Annovera nella poesia, nella narrativa e nella saggistica diversi premi nazionali e internazionali ed è membro e socio di numerose accademie letterarie. Suoi scritti sono presenti in Antologie scolastiche. Ha collaborato alla stesura dei volumi “Atlante Rieti-Terni” e “Storia del Risorgimento in Sabina”.

IL PRINCIPE LUDOVICO SPADA VERALLI
POTENZIANI ALEMANNI

Un grande storico e narratore del nostro tempo, Singer, era solito affermare che “la vita è memoria”; diviene dunque vitale per noi tutti ricordare, facendo rivivere il pensiero di quei personaggi che hanno scandito il tempo della storia.

Tuttavia, occorre schiudere le porte del passato con rispetto, poiché i ricordi riaffiorano alla mente improvvisi e le soglie varcate ci riportano il calore della vita ma anche il freddo di chi a torto, è stato dimenticato.Per troppo tempo, i condizionamenti ed i retaggi di quella che fu l’immane tragedia del secondo conflitto mondiale, con la triste appendice della guerra civile, non hanno consentito una visione chiara ed obbiettiva degli eventi, condizionandoci a tal punto da impedire persino l’analisi critico-storica di illustri personaggi.

Fortunatamente per noi, la storia possiede delle regole insite nel meccanismo stesso del tempo, e, come affermava il greco Tucidite; “Prima o poi, ciò che si è visto deve esser raccontato ad onore della verità e della giustizia”.

Il Principe Ludovico Spada Potenziani, necessita di una rilettura storica, non fosse altro che per il suo prodigarsi continuo in favore della Patria e della sua amata terra Sabina. Questo nobile uomo, conobbe nel corso della sua lunga ed avventurosa esistenza, re, capi del governo, presidenti, militari, scienziati e uomini dell’alta finanza; inoltre il principe ebbe colloqui con personaggi che influenzarono e spesso modificarono il corso della “grande” storia, e tutto ciò potè avvenire grazie alla sua innata capacità di credere nella missione che ogni individuo è chiamato a compiere al cospetto dell’umanità. A volte giocò delle carte avventurose, ma non si entra nel “regno dei temp” senza rischiare nulla, e la fortuna in questo caso gli fu benigna, quella stessa fortuna che vince le avversità e bacia la fronte dei prodi, permettendo ad Ulisse di tornare ad Itaca e ad Enea di fondare Roma. Il Principe Ludovico conosceva a fondo l’animo dei Sabini, sapeva pregi e difetti dei nazionalisti, dei socialisti, dei borghesi satifondisti e dei nobili; per tutti questi motivi potè partecipare ad ogni tipo di attività con competenzam sino a giungere al Governatorato di Roma.

Al fine di poterci addentrare nei segreti di un lungo e complesso periodo storico, ripercorrendo insieme la storia di questa blasonata famiglia, si da individuare i momenti e gli avvenimenti fondamentali che resero i Potenziani parte viva della città di Rieti e della Sabina. Al tempo stesso potremmo porci degli interrogativi, dubitare di alcune notizie o elaborare nuove teorie; e così facendo (come affermava Tacito) daremo anche noi il nostro contributo alla storia.

Ludovico Potenziani incornò il nobile uomo politico che seppe unire alla esemplare saggezza amministrativa il profondo amore per il progresso soprattutto nella riforma delle domestiche aziende e din particolar modo al continuo crescente sviluppo dell’agricoltura. Egli fu un pionere strenuo ed incontrollabile di ogni o qualsiasi nuova manifestazione che potesse apportare un beneficio ai progressi dell’agricoltura nazionale. Il Principe ereditò dai suoi antenati una sapienza ed una modestia che gli permisero di essere sempre, dovunque e con chiunque un uomo d’onore pronto ad aiutare il prossimo, ma al tempo stesso, fermo e risoluto nei principi verso i quali ispirava la propria esistenza. Il suo silenzioso, costante, tenace operare gli guadagnò la fiducia di Mussolini che lo innalzò a primi magistrato di Roma Imperiale.

Non ricoprì mai cariche ministeriali, ma la storia insegna che i grandi uomini spesso venivano soltanto consultati da chi deteneva il potere, ma quei colloqui sovente determinavano la storia ed il cammino delle civiltà. Ludovico Potenziani non fu mai una “eminenza grigia” di mussolini (era troppo intelligente per esserlo), rappresentò tuttavia un costante punto di riferimento a cui approdore prima di prendere importanti decisioni, poiché se decidere è arduo, lo è ancor più consigliare.

Il questa vestem il Prinicpe Potenziani poteva egersi al ruolo di Super Partes, una condizione che non sempre gli sarà riconosciuta, impedendogli in un passato recente, di rendersi ancora utile alla sua amata terra Sabina.