Ars oratoria e verità: ancora sulla polemica dei conti in rosso del Comune

“E’ divertente, a volte, seguire le diatribe retoriche che da qualche tempo infiammano il palcoscenico politico locale. Dell’ars oratoria, si sa, Giorgio Almirante era un paladino inarrivabile ed inarrivato e molti, nell’ambito della Destra Italica, si sono rifatti alla sua abilità nel parlare, in gran parte frutto della famigerata retorica del ventennio e, in particolare, di Mussolini.

Senz’altro erede di tale abilità è il sindaco Cicchetti e leggere, in questi mesi, le sue repliche ridondanti di sostantivi, ad arte corroborati da iperbolici aggettivi, è gradevole e sollazzante. Se non fosse che, spesso e volentieri, dietro la sapiente terminologia si celano inaspettati dietrofront. Cambi di marcia, improvvise “conversioni sulla via di Damasco”. Svolte canossiane del tutto inaspettate dopo l’accesa battaglia elettorale di solo un anno fa. E, c’è da sorridere, a volte condite da affermazioni un pò infantili del tipo “la macchinina ce l’ho più grande io!”. Così quando rispose con la frase “perdete sempre!”: eppure, lui, di sconfitte ne ha subite ed anche di cocenti, leggasi elezioni provinciali contro Fabio Melilli. Oggi la battuta da monello riguarda il bilancio: “Io ho lasciato i conti in ordine: e tu?”. Così rivolto al suo predecessore nell’ennesima ed infinita polemica sui conti che va avanti da mesi se non da anni. Ma a queste parole viene in mente una pubblicità di questi ultimi tempi che sicuramente molti ricorderanno e che si racchiude in uno slogan: “ti piace vincere facile, eh?”. Perchè sarà pur vero (ma andrebbero controllati i conti delle due prime consiliature… così, per spirito di verità) che il triplice sindaco lasciò i conti in ordine, nel 2002.

Occorrerebbe anche sapere quali conti trovò al suo insediamento, nel ’94. Quali possibilità di spesa ebbe, sino al 2002. Quali norme di controllo e rendicontazione vigevano allora e quali oggi. Bene, fatta la somma di tali semplici, logici, basilari elementi di politica economica, ci si accorgerà che, alla replica odierna di Cicchetti non può che applicarsi quello slogan. Eh si, pare che al primo cittadino piace vincere facile: perchè è noto anche ai meno avvezzi alla politica ed all’economia che la situazione degli enti locali, negli anni novanta, era infinitamente più florida di quella seguita alla gravissima crisi economica del 2007. E’ risaputo che, all’epoca, i versamenti che lo stato attribuiva ai suddetti enti – comuni e province – costituiva un vero e proprio fiume in piena, tanto da consentire alla città di sollazzarsi con festival, sfilate di carri mascherati, rassegne culturali e di intrattenimento (leggasi “Estate insieme”). Così come è fatto documentato che i controlli sui conti e le disposizioni in materia erano assai più flessibili rispetto a quelle introdotte dai governi di “lacrime e sangue” della crisi: quelli, per intendersi, della “spending review”.

Allora, paragonarsi al suo predecessore è come voler affrontare una gara dei cento metri sapendo che il proprio rivale partirà con una zavorra da cento chili sulle spalle. Verrebbe dunque da dire: chissà cosa avrebbe fatto Cicchetti se avesse affrontato, nelle medesime condizioni, il governo della città con il pesantissimo debito ereditato da Petrangeli ed oggi, obtorto collo e finalmente, ammesso pure dal primo cittadino. Ma la politica, si sa, non si fa con i “se” nè con i “ma”: la politica è l’arte del “qui ed ora”, con lo sguardo alla progettualità futura come garanzia per le nuove generazioni. Il passato non ci appartiene, fortunatamente!”

Francesco Saverio Pasquetti