Anche Rieti si mobilita contro la guerra

Almeno 30 le manifestazioni che si sono svolte sabato 12 marzo contro la guerra in tutta Italia. Tra queste anche Rieti, che ha visto il patrocinio del Comune e la partecipazione di tante persone spesso anche impegnate in organizzazioni politiche o di volontariato con scopi diversi.
Si tratta di un nuovo movimento trasversale, al di fuori degli schieramenti politici e sociali, che trova oggi unione d’intenti “per dire no ad una nuova spedizione in Libia, per chiedere lo stop all’aggressione ed alle sanzioni in Siria, per lo Stop all’invio di armi italiane ai Suad per bombardare lo Yemen ed uno stop alla NATO”.
Obama ha definito come un errore la guerra in Libia del 2011, voluta da Cameron, Sarkozy e Napolitano. Lo stesso giudizio autocritico aveva espresso Blair sulla guerra in Iraq. Le guerre del passato vengono riconosciute come sbagliate, ma per rimediare ai loro disastri se ne progettano delle altre. E l’Italia è sempre più coinvolta in esse.
Anche se il presidente del consiglio ha frenato sull’invio di truppe in Libia, il nostro paese è sempre più coinvolto nelle avventure militari, nel commercio e nella installazione degli strumenti di morte. E i rischi per il nostro paese sono sempre più gravi, come dimostrano la recente vicenda degli ostaggi in Libia e l’assassinio di Regeni in Egitto.
Dopo 25 anni bisognerebbe prima di tutto dire basta alla guerra e alla NATO che la diffonde.
Questo messaggio è stato consegnato al Prefetto perché si faccia ambasciatore verso il Governo Renzi, affinché porti l’Italia a ripristinare l’articolo 11 della Costituzione e a finirla di armare le peggiori dittature in violazione ance della legge 185/90, leggi sempre più impunemente e ripetutamente violate dai governi con politiche che distruggono i diritti democratici e perseguitano profughi e migranti che la stessa guerra ha fatto fuggire dai loro paesi.