A OLIVETO SABINO LA PASSIONE DI CRISTO

La passione di Cristo

Non è un film, né una pièce teatrale, non è una processione, né una sacra rappresentazione, non è un rito, né una via crucis.

È un evento nel quale anche lo spettatore è protagonista e si immerge dentro i fatti, accosta i personaggi, ne coglie la psicologia, li sente da vicino nei loro fremiti e  nei loro sentimenti contrastanti, nella loro follia e nella loro drammatica umanità.

Dall’ultima cena e dalla preghiera nell’orto degli ulivi, dal processo davanti al Sinedrio a quello nel pretorio di Pilato, lungo tutto il percorso che porta al luogo della crocifissione, dove si sperimenta il momento supremo di una morte dolorosa e straziante, dove il fragore rumoroso della natura che si scuote simboleggia il tonfo nel vuoto della coscienza smarrita di chi ha tradito, di chi ha condannato, di chi è stato deluso, fino alla deposizione nel sepolcro, in un silenzio surreale e mistico.

Succede questo ad Oliveto Sabino, provincia di Rieti a meno di ottanta chilometri da Roma, dove la trascinante creatività di Fabrizio Casciani e l’entusiasmo dei membri delle Confraternite Riunite hanno saputo realizzare questo evento unico e singolare che ha per teatro, platea e scenografia lo stesso paese che per alcune ore si trasforma in quello stesso spazio che vide Gesù di Nazaret concludere in modo tragico le ultime ore della sua vita.  Sabato 19 aprile, la sera precedente la domenica delle Palme, alle ore 21 si ripeterà l’evento, si rivivrà il dramma.

Pro-Loco, Comune di Torricella, Comune di Monteleone, Associazioni varie, ma anche privati, che renderanno disponibili i prodotti della terra sabina (olio, tartufo, vino, manufatti di vario genere e natura), saranno coinvolti in questo evento che è insieme religioso, culturale, aggregativo, turistico, come ogni uomo è tante cose insieme quando esprime se stesso nella cultura, nella religione, nella socializzazione, nella mobilità in cui incontra realtà diverse e nuove.

L’originalità dell’evento che si ripete ad Oliveto sta anzitutto nel pieno coinvolgimento di quanti si apprestano a compiere un tuffo nel passato, come protagonisti, non come attori, che sentono ciascuno su di sé il peso e il dolore, ma anche il compito di inserirsi in quel frammento di storia in cui si sperimenta il peccato, il buio, l’abisso, ma anche il tenue barlume di una luce che esploderà accecante il mattino di Pasqua.