50enne muore sul Terminillo, CNSAS: inizio stagione tragico

Oggi intorno alle due e trenta c’è stata un’altra grave perdita di un appassionato di montagne sul Massiccio del Terminillo. M.T. di Orvieto, cinquantenne con due figli, ha perso la vita mentre saliva lungo il “Canalino che non c’è”, una variante di via alpinistica un po’ più complessa rispetto al Canalone Centrale considerata la linea più accessibile a chi pratica ascese con ramponi e piccozza per raggiungere la vetta.
Il suo compagno che saliva lungo il Canalino, in prossimità delle roccette dell’ultimo tratto ha rinunciato e lo ha informato che lo avrebbe aspettato in basso presso il Rifugio Sebastiani. M.T. invece aveva deciso di proseguire per giungere in vetta.
Non vedendolo arrivare alla base dove avevano lasciato la macchina il compagno ha lanciato subito l’allarme al 118. Sono intervenute immediatamente le squadre: due membri del Soccorso Alpino e Speleologico Stazione di Rieti si sono subito portati sul luogo dell’incidente grazie all’elicottero della Forestale che li ha calati col verricello, avendo immediatamente perlustrato la zona. Contemporaneamente è giunto Pegaso 21, l’eliambulanza che è partita da Roma ed altri soccorritori del CNSAS. I soccorritori purtroppo hanno potuto constatare solo l’avvenuto decesso. Un’ipotesi probabile è che la caduta sia stata dovuta a un improvviso malore.
M.T. era conosciuto nell’ambiente degli arrampicatori che frequentano le falesie di Ferentillo, in provincia di Terni. Lo ricordano come un vero appassionato della montagna, e nient’affatto inesperto. Frequentatore delle Dolomiti d’estate, delle falesie di Ferentillo e del Terminillo, ha deciso di salire con il suo amico in vetta al Terminillo vista la bellissima giornata di sole. Ma non stava più in perfetta forma in questi ultimi tempi, essendo stato operato più volte al cuore.
E’ probabile che questa volta non si è trattato né di un incidente dovuto alla qualità del ghiaccio o della neve, né da una slavina o dalla fatalità di un distacco di una cornice di neve, come è accaduto sabato scorso sul Gran Sasso dove è morta una guida alpina. Né la responsabilità è imputabile a inesperienza o imprudenza. Forse M.T. ha accelerato un po’ il suo ritmo di salita, ma questo errore di autovalutazione è stato fatale. Perciò una buona regola è quella di frequentare attivamente la montagna valutando bene le proprie condizioni attuali di salute, oltre che le condizioni di pericoli oggettivi dell’ambiente.
A fronte di questo inizio stagione davvero tragico sull’Appennino Centrale, il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico di Rieti organizza domenica 18 gennaio sul Terminillo una campagna di prevenzione sugli incidenti in montagna nell’ambito della Giornata Nazionale “Sicuri sulla neve”, a cura del Corpo Naz. Soccorso Alpino Stazione di Rieti con Corpo Forestale di Rieti